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Brusò Francesco
Laureato in Economia e Commercio all’Università di Cà Foscari a Venezia, attualmente amministratore di condomini, scrive per diletto. Ha pubblicato il giallo “ConDELITTO primavera” EC. Edizioni Creativa. Finalista premio letterario “Finestre sul mondo” Lesa 2018.
Il bello della vita




Quante volte, camminando, mi sono accorto come il mio cervello corre più veloce dei miei pensieri. Mi perdo in una solitudine di immagini e rifletto sulla mia vita. Cammino e la città tutt’intorno sembra un brulicare di parole, gesti, movimenti ma dentro sento solo un immenso silenzio. E’ in questa solitudine interiore che raccolgo le idee.
Ho sempre pensato che la vita sia come una scrivania antica piena di scomparti e di cassetti. Ho dato dei nomi a quei scomparti: amore, famiglia, figli, casa, lavoro, successo, viaggi, felicità.
Ogni giorno è come se guardando uno ad uno quei scomparti scegliessi su quale concentrarmi. E’ allora che vedo tanti piccoli cassetti. Ogni scelta che faccio è come aprire uno di quei cassetti, non so bene il contenuto ma so per certo che in quel momento ho scelto proprio quel cassetto e spero che lì ci sia un bel sogno da realizzare.
Ora sono qui, mi vedo seduto dietro ad una scrivania, accanto a me c’è un noto giornalista. Dietro di noi uno schermo gigante proietta l’immagine del mio nuovo libro. Di fronte a me, vedo una coda lunghissima di persone, sconosciute. Sono tutte qui per me, vogliono la dedica sul mio nuovo libro. L’editore ha già detto che sarà un successo ancora prima di mandarlo in stampa. Sono alcuni anni che ho guardato dentro lo scomparto del lavoro, l’ho aperto e dentro ad altri cassetti è uscito quello della scrittura. Ora sono un affermato scrittore. Mi sono trasferito a Milano dove vivo.
La gente mi riconosce, mi abbraccia, vuole toccarmi e sembra che mi conoscono più loro di quanto io sia riuscito a conoscermi in tutti questi anni. Sicuramente il mio aspetto curato, sono dimagrito più di trenta chili, influisce nell’essere ormai un vip. Faccio palestra tutti i giorni ho un fisico scolpito, mi coloro i capelli per togliere quella patina di grigio che stona.
Tante sono le occasioni e tanti gli amori. Ho aperto anche quel scomparto, ma la scelta del cassetto non è stata felice: non ho trovato ancora la persona giusta per me.
Appena si spengono le luci, torno a casa. Un piccolo attico in centro. Apro la porta e  resto lì da solo. Apro il frigo per mangiare qualcosa; mi sento più leggero e più tranquillo da quando sono diventato vegetariano, anche quella una scelta importante.
Mi piace viaggiare e ho aperto il cassetto. La curiosità, la voglia di scoprire l’uomo anche nella diversità di cultura e di razza sono la base del mio bellissimo lavoro di scrittore. Sembra una vita normale, una delle tante di questo millennio. Non sono ancora completamente felice. So di aver fatto delle scelte e queste hanno portato anche a tante rinunce.
Ora sono nuovamente dietro ad una scrivania, a fianco a me c’è un ragazzo: mio figlio Andrea. E’ un ragazzo di quindici anni e lo sto aiutando a scrivere un tema che la professoressa di italiano vuole pronto domani sulla scelta.
E’ bello sentire il profumo di mio figlio seduto accanto; si sta impegnando e io sono lì solo per controllare, per essergli vicino come quando era piccolo.
Sono nella mia casa al mio paese, è grande spaziosa e ci vivo con mia moglie e i miei tre figli. Anche così ho fatto una scelta diversa, ho controllato prima lo scomparto della famiglia ed ho trovato cassetti interessanti. Non mi interessa molto del mio fisico, non vado in palestra e amo mangiare una bella e soprattutto buona fiorentina.
Mi sono accontentato del lavoro che ho: sono un impiegato comunale. Non guadagnerò cifre immense, ma grazie anche al lavoro di mia moglie riusciamo a vivere dignitosamente. Di viaggi ne facciamo pochi in cinque è abbastanza proibitivo. Viaggio con la fantasia. Di notte continuo a scrivere favole e racconti. Mi immagino in paesi che non ho la possibilità di visitare. Mi sembra di essere il nuovo Salgari. Sono contento delle mie scelte, ho rinunciato a tante cose, ma quelle più preziose me le sono tenute.
Chissà chi sono veramente. Posso vivere sempre dietro una scrivania, magari essere uno scrittore e avere anche una famiglia, chissà. Una cosa ho capito, la vita è come un gomitolo di lana con i suoi nodi e la capacità di ogni uomo è quella di fare delle scelte, di superare i nodi. Il filo a volte si attorciglia tanto che sembra stritolarci, ma sono sicuro che tutti abbiamo la capacità e le risorse per liberarci. A volte dobbiamo tornare indietro, avere il coraggio di riaprire i cassetti o di abbandonarli. La cosa più importante che ho imparato è che comunque vada abbiamo sempre la possibilità di cambiare, anche se non sappiamo se sarà meglio o peggio di prima. Questo è il bello della vita.
L’ultima corsa




          

Questa sera sono qui, sono venuto a trovarti come faccio ormai da circa un mese.
Caro Isolino, sei una persona speciale. Ho portato il giaccone pesante così questa sera possiamo fare un bel giro, come piace a te.
Ormai ti conosco da più di quindici anni e sei diventato quasi un mio nonno acquisito. Sei nato a Venezia, la città più bella del mondo, più di ottant'anni fa. Come dici sempre e mi fai sorridere: “L'importante è non sentirli”.
Non era più possibile vivere nella tua città natale, i costi delle case erano insostenibili già più di cinquant'anni fa.  Così con il matrimonio è arrivato anche il trasferimento in terraferma. Vivi a Mestre in un quartiere periferico.
La cosa che ti piace fare è correre. Tu sei quell'anziano che si vede con pantaloncini corti, maglietta o canotta d'estate che corre. Sei tutto sudato ma ti piace sentire l'odore della campagna e magari a volte corri sulla sponda della laguna e allora risenti i profumi della tua amata Venezia.
Come mi racconti, non corri per mantenerti in forma, no, tu corri perchè così hai la mente libera, così puoi ancora pensare.
La tua vita è stata felice, hai avuto un lavoro che ti ha permesso di avere una pensione. Hai una moglie che ti ama, dei figli e dei nipoti.
Sembra che la tua vita fili liscia come l'olio.
Invece purtroppo non è stata così.
Sono ormai quindici anni che convivi con quella brutta bestia.
Hai lavorato in fabbrica, a Porto Marghera e sei uno dei pochi che ancora sopravvivono.
Il mesotelioma ai polmoni ha ucciso tutti i tuoi compagni. Ormai le ricerche e gli studi hanno dimostrato come sia stato proprio il lavoro a ucciderli.
Ogni giorno, per anni, anche tu hai messo in grossi sacchi la polvere della morte: l'amianto. In quegli anni, nessuno sapeva o voleva dirvi quali erano le conseguenze nel maneggiare quella roba. Ora, a distanza di tempo, tu sei uno dei pochi che possa ricordare quanto successo. La morte è lenta e sicura e pian piano vi sta prendendo tutti allo stesso modo.
Hai passato momenti molto difficili, vivi senza un polmone da più di dieci anni. Non ricordo più quante terapie antitumorali hai fatto. Ogni tre mesi ti accompagno ai controlli: esami del sangue, tac e visita medica. Ogni volta trovano qualcosa di nuovo e certamente sempre peggio.
Non ti sei mai abbattuto, hai cercato di trovare sempre il lato positivo della vita.
Ogni giorno tua moglie prepara pietanze squisite. Ho avuto modo di apprezzare  che ogni pranzo,  a casa tua, è accompagnato da una bella e buona insalata.
Per renderla più gustosa ci aggiungete sempre un po' di sale e soprattutto un filo d'olio. Dicono che quell'olio permette di digerire e assimilare meglio le proprietà delle verdure e comunque voi lo mettete perché dà sapore.
E' così che hai deciso che la tua vita avrebbe dovuto essere proprio come un filo d'olio, deve dare sapore alle cose che fai. Vuoi rendere questi ultimi anni che ti restano più ricchi.
Non vuoi più soldi, ma più felicità.
Ti sei reso conto che la felicità viene dal donarsi agli altri, non dal ricevere, ma dal donare.
E' stato difficile comprendere a fondo questo. Nel primo periodo della malattia tutta la tua famiglia e anche tu, non avevate tempo e voglia per dedicarvi agli altri. C’era spazio solo per l’autocommiserazione. Un ripiegamento su sé stessi per rendere meno amaro l'ultimo periodo della tua vita. Hai capito solo dopo che invece la vita non è completa se non è un dono.
Hai deciso di cambiare rotta, di diventare veramente quel filo d'olio prezioso.
Ti sei messo a disposizione di chi è meno fortunato di te.
Un giorno mi hai detto “non servono grandi cose, basta guardare ciò che ci circonda con il cuore”, ed è quello che hai fatto ogni giorno.
Nel condominio dove abiti ti sei accorto di quanto sia difficile parlarsi. E' bastato un sorriso, un buongiorno per vedere tutto con altri occhi. Ti sei accorto che ci sono persone sole, vecchie, che abitano a un metro da te e a volte stanno peggio di te.
E così Isolino è stato pronto: andavi a fare la spesa, a pagare per conto loro le bollette e il condominio, portavi il cane del vicino a fare una passeggiata.
Ieri mi hai detto con il filo di voce che ti resta “La più grande soddisfazione è il sorriso negli occhi dei miei vicini”.
E' ora, hai chiuso quei meravigliosi occhi per sempre. Corri Isolino, corri negli spazi infiniti e non pensare ad altro, goditi questo immenso silenzio per l'eternità.
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