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Pivato Oriella
Insegnante di scuola primaria per molti anni, coltiva da tempo un interesse professionale e personale per la poesia. Ha partecipato a vari concorsi letterari conseguendo premi e riconoscimenti.
POESIA
VECCHIO  GABBIANO

Spunta un’alba nuova e lenta.
Piano piano colora il cielo
nella laguna ancora spenta
assopita in un muto velo.
Sei triste caro vecchio gabbiano
su quella “bricola” ormai stanca,
non ti muovi e guardi lontano,
cerchi il mare perché ti manca.
Ci fu un tempo in cui volare
oltre tanti limiti umani
per poi in laguna ritornare,
era il sogno del tuo domani.
Isole dai contorni sfumati
in quella solita quieta foschia
fan pensare ai tempi andati,
ma tu non puoi proprio andare via.
Spinta da remi stanchi e lenti
torna una barca silenziosa.
Viene piano e tu non la senti:
ora è l’alba e si riposa
Sullo sfondo tetti e camini.
Le tue ali stanno in attesa.
Poi quieto voli, ti avvicini.
Anche oggi è una sorpresa!
Amico, non è poi tanto strano
che la tua casa sia la laguna.
Non serve andar molto lontano:
con te ogni notte c’è la luna.
NARRATIVA
LA  VIA  DELLA  SETA










Fin da bambina mi piaceva leggere quelle poche righe che nel sussidiario o nel libro di storia venivano dedicate a Marco Polo.
Vivendo vicino a Venezia, provavo simpatia per questo personaggio che sentivo un po’ mio.
Era un’emozione unica pensare che in tempi molto lontani, un giovane veneziano avesse potuto intraprendere un viaggio così lungo e difficile considerando anche i pochi mezzi allora esistenti.
Con l’immaginazione lo vedevo lungo il suo cammino su quella “via della seta” che credevo fosse un percorso lieve e affascinante: un interminabile filo quasi trasparente che lui seguiva per giungere alla meta.
In seguito imparai che il viaggio non fu affatto semplice fra gli  altipiani, i fiumi, il deserto e tante altre avversità incontrate in quelle terre lontane e diverse. Cominciai a leggere e ad ascoltare parecchio della sua incredibile esperienza. Trovai la sua storia e  informazioni relative alla sua impresa nel mio paese in libri scritti da autori italiani, in immagini e quadri realizzati da artisti italiani, nelle lezioni di storia tenute da docenti italiani, nelle notizie varie pervenute da…persone italiane.
Avevo imparato molto, ma da un solo “punto di vista”. In ogni caso ero orgogliosa di questo mio frammento di conoscenza.
Qualche tempo fa però successe una cosa molto importante.
Incontrai per caso due ragazze cinesi. Il fatto avvenne all’interno di casa museo a Venezia, città in cui si trovavano per motivi di studio.
Le ragazze parlavano bene la lingua inglese così mi fecero parecchie domande per poter meglio comprendere il significato di alcuni dipinti esposti nelle varie sale dello storico palazzo.
Non fu facile per me spiegare loro alcune immagini relative alla mitologia e alla vita veneziana. Continuavano a guardarmi un po’ incredule e stupite.
Mi resi conto delle loro difficoltà nel cercare di capire le raffigurazioni artistiche di un mondo e di un passato tanto diversi dalla loro cultura.
Erano comunque molto interessate ed affascinate da ciò che probabilmente vedevano per la prima volta. Improvvisamente il ricordo di Marco Polo si affacciò alla mia mente e chiesi loro se avessero mai saputo qualcosa di questo veneziano che tantissimi anni prima si era recato in Cina.
Colsi l’occasione per confrontarmi con il pensiero di chi normalmente “sta dall’altra parte” e impara questa stessa storia nel proprio paese.
Con un lieve sorriso una di loro mi disse di conoscere bene questo esploratore poiché aveva imparato la sua storia a scuola.
Le domandai allora cosa pensasse di questo personaggio. La sua risposta fu molto di più di una verifica di storia.
Con voce quieta e gentile esclamò:
- Marco Polo ha portato a noi la vostra cultura e poi quando è ritornato, ha portato a voi la nostra.
Non uno scontro o una conquista, ma un incontro nella diversità di popoli e culture: umanità arricchita dalla conoscenza e dallo scambio per una crescita reciproca.
E pensare che tutto iniziò sulla “via della seta” nel 1271.


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