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Maria Angela Bollini
  Infermiera per molti anni, coltivo da sempre un interesse personale per la poesia.
Ho partecipato ad alcuni concorsi letterari, conseguendo premi e riconoscimenti.

UN NUOVO GIORNO



Finita è la   notte, sta germogliando
l’aurora.   Là, vedi la nuvola rosa,
che dietro   la cima affiora.

Il cielo da   nero che era, si
tinge d’un   puro turchino, il primo
raggio vi   brilla con fili dell’oro più fino.

Si sta   risvegliando il mondo, la
luna dal   cielo è scomparsa.
Il gallo già   canta. Tu, pigro:

solleva il   tuo corpo dalle bianche
lenzuola di   lino. Senti come l’aria è
avvolta   dall’odore del latte che bolle,

del pane che   tosta. Il gatto si è desto:
miagola, sa   che in cucina l’aspetta
la ciotola   di latte e di pane.

Dai, alzati,   svelto che è tardi
senti il   carretto che passa. Sul noce
l’allodola   canta. E’ l’ora più bella

del giorno,   quella che annuncia l’aurora!
Il mondo ti   esplode intorno e
tu puoi   viverlo ancora.

 NEVICATA DI NOTTE


Arrivi muta   dal tuo lontano esilio,
per regalare   al mondo il tuo segreto.
Da nubi   grigie stan scendendo lievi
lacrime   bianche, lacrime di neve.

Rabbrividisce il piccolo cerbiatto
e cerca il   corpo caldo della madre.
Tutto si   ferma, non c’è nessun rumore.
Solo tu   piangi, magico candore.

Tutto si   ferma, solo le ventate
frullan   nell’aria, farfalle delicate.
Domani il   pruno secco sarà vestito
a sposa e   sotto il primo raggio

che vi   brillerà, sarà tutto d’argento
e tutto   rosa. Dormon le case in
questa notte   d’incanto. Domani il
mondo si   sveglierà più bianco.

SE SOLO AVESSI LE ALI



Vorrei avere   le ali per esplorare il mio cielo.
Trovarmi sul   tetto del mondo e poi
precipitare   sopra l’oceano profondo.

Vorrei   volare col vento sulle praterie sterminate,
sopra le   vette innevate, dentro le nuvole bianche.

Vorrei   volare su in alto sopra l’arcobaleno,
per rubare i   colori e riversarli sul mondo
e poi   raccogliere le stelle, per farne dono
ai bambini,   quando la luce si spenge.

Vorrei   volare sui ricordi, per riportarli indietro.
Entrare   dentro il dolore, per liberare il suo
cuore,   rinchiuso dentro un cassetto.
Di cui ha   gettato la chiave


Vorrei   volare sui fiori, come fa l’ape golosa
e infine,   stanca, posarmi sopra una nuvola rosa.

Se solo   avessi le ali.
Se solo   sapessi volare.

 MERAVIGLIOSA VENEZIA


Brillano nel   cielo le stelle.
La luna   splende e sonnecchia,
lentamente   discende e
nella laguna   si spegne.

Lo   sciabordio delle acque porta
echi   lontani, rumori di mille
battaglie,   che vanno a smorzarsi
sui ponti e   le prue delle gondole.

Venezia la   bella, dolce signora
che avanza   con passo leggero,
su calli di   latte e di miele. Lei
sfoggia   vestiti di trina, scarpette

di vetro   soffiato, parrucche incipriate
su un viso   di porcellana.
Venezia che   incanta. Si cullano lenti
i canali,   l’ombra sull’acqua riflette

palazzi   dorati, colonne di marmi
rosati,   finestre dai vetri iridati
maschere di   Carnevale. Venezia,
nostalgiche   pietre. Rimembri un

passato   lontano. Profumi di seta,
di spezie.
Arie di   vecchi rondò.

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