Ho partecipato ad alcuni concorsi letterari, conseguendo premi e riconoscimenti.
UN NUOVO GIORNO
Finita è la notte, sta germogliando
l’aurora. Là, vedi la nuvola rosa,
che dietro la cima affiora.
Il cielo da nero che era, si
tinge d’un puro turchino, il primo
raggio vi brilla con fili dell’oro più fino.
Si sta risvegliando il mondo, la
luna dal cielo è scomparsa.
Il gallo già canta. Tu, pigro:
solleva il tuo corpo dalle bianche
lenzuola di lino. Senti come l’aria è
avvolta dall’odore del latte che bolle,
del pane che tosta. Il gatto si è desto:
miagola, sa che in cucina l’aspetta
la ciotola di latte e di pane.
Dai, alzati, svelto che è tardi
senti il carretto che passa. Sul noce
l’allodola canta. E’ l’ora più bella
del giorno, quella che annuncia l’aurora!
Il mondo ti esplode intorno e
tu puoi viverlo ancora.
Arrivi muta dal tuo lontano esilio,
per regalare al mondo il tuo segreto.
Da nubi grigie stan scendendo lievi
lacrime bianche, lacrime di neve.
Rabbrividisce il piccolo cerbiatto
e cerca il corpo caldo della madre.
Tutto si ferma, non c’è nessun rumore.
Solo tu piangi, magico candore.
Tutto si ferma, solo le ventate
frullan nell’aria, farfalle delicate.
Domani il pruno secco sarà vestito
a sposa e sotto il primo raggio
che vi brillerà, sarà tutto d’argento
e tutto rosa. Dormon le case in
questa notte d’incanto. Domani il
mondo si sveglierà più bianco.
SE SOLO AVESSI LE ALI
Vorrei avere le ali per esplorare il mio cielo.
Trovarmi sul tetto del mondo e poi
precipitare sopra l’oceano profondo.
Vorrei volare col vento sulle praterie sterminate,
sopra le vette innevate, dentro le nuvole bianche.
Vorrei volare su in alto sopra l’arcobaleno,
per rubare i colori e riversarli sul mondo
e poi raccogliere le stelle, per farne dono
ai bambini, quando la luce si spenge.
Vorrei volare sui ricordi, per riportarli indietro.
Entrare dentro il dolore, per liberare il suo
cuore, rinchiuso dentro un cassetto.
Di cui ha gettato la chiave
Vorrei volare sui fiori, come fa l’ape golosa
e infine, stanca, posarmi sopra una nuvola rosa.
Se solo avessi le ali.
Se solo sapessi volare.
Brillano nel cielo le stelle.
La luna splende e sonnecchia,
lentamente discende e
nella laguna si spegne.
Lo sciabordio delle acque porta
echi lontani, rumori di mille
battaglie, che vanno a smorzarsi
sui ponti e le prue delle gondole.
Venezia la bella, dolce signora
che avanza con passo leggero,
su calli di latte e di miele. Lei
sfoggia vestiti di trina, scarpette
di vetro soffiato, parrucche incipriate
su un viso di porcellana.
Venezia che incanta. Si cullano lenti
i canali, l’ombra sull’acqua riflette
palazzi dorati, colonne di marmi
rosati, finestre dai vetri iridati
maschere di Carnevale. Venezia,
nostalgiche pietre. Rimembri un
passato lontano. Profumi di seta,
di spezie.
Arie di vecchi rondò.