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Paolo Cattolico
Laureato in Informatica, lavora da anni in questo campo.
Scrive per hobby, sia narrativa che poesia.
Ha pubblicato un libro di racconti nel 2017.

L’ALBA DEL LATINISTA



L’alba, dal colle, irradia meraviglia,

lui sbatte gli occhi rossi, e poi sbadiglia:

il latinista, ha perso la tenzone,

notturna e lunga, su una traduzione.

Una poesia splendida in ogni verso,

di autore ignoto, del secolo terzo,

che parla dell'amore in grande piana

tra un dolce passerotto e una pojana.

A leggerla in latino, è favolosa:

i versi sprizzan gaietà affettuosa,

si sente quasi, rapido, il pulsare,

degli avicoli cor, nel gran tubare.

Ma… tradotto per un lettore odierno,

pur con sapienza ed abile discerno,

il testo appare vuoto, i suoni stinti,

le strofe afone, i cadenzali finti.

Sconfitto, abiura, mentre gli par di udire,

i due, beffardi, che in barba alle sue ire

lo stanno zufolando in canzonetta…

lui, e quella sua pojana maledetta.

 L’AVIATORE E IL CORMORANO


“Lo stormo era il mio mondo”

pensava triste, l’aviatore, quella sera,

rimasto solo, per guardare il tramonto

dal parapetto della nave da crociera.

Planò lieve un uccello, un cormorano,

stanchissimo, a cercar scampoli di cibo;

perso, di certo; venuto da lontano;

e l’uomo provò per lui un affetto antico.

I passeggeri, seduti a cena, con gli amici

videro un vecchio presso un uccello moribondo

che con il becco, si nutriva dalla mano.

Nessun si accorse che volavano, felici,

quella sera, ciascuno nel suo stormo,

altissimi, l’aviatore e il cormorano.

POCO PRIMA DI CENA



Dammi   incoerenza,

capovolgimenti di fronte, umori cangianti,

ne ho fame.

Dammi i tuoi   tormentoni infiniti,

il tuo riso,

i tuo salti,

le tue   finestre aperte.

Cucinerò   qualcosa, per noi,

tra un   uragano e l’altro,

chiedendomi   se tu sia uscita, poco fa,

a portar   fuori il riciclo,

a rapinar   banche,

a ballare   sui tavoli per chissà chi….

non importa,

mi basta che   torni.

La cena è   quasi pronta, amore:

gli   ingredienti siamo noi,

la cottura è   ciò che sai,

il profumo è   tutto quello

che ancora   di te

vorrei   scoprire.

 TOCCATA BALNEARE


Nella   spiaggia affollata,

vicini, due   materassini.

Sdraiati, un   grande pianista,

ed accanto,   un signore banale.

Mentre   dorme, le dita del primo

tamburellano   a vuoto nell’aria

sfiorando la   sabbia e mandando talvolta

granelli nel   naso dell’altro, meschino.

Costui,   immerso in un sonno profondo

riceve ed   ammicca, fa smorfie, giocondo,

e segue, con   grande trasporto facciale

tutta   l’epopea del morceaux musicale.

Miracolo   invero, di comunicazione silente.

Il pianista   ha suonato un concerto nel niente…

Ma ne ha   colta ogni nota, questo sconosciuto!

Applaudendo,   alla fine, con un grande starnuto.

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