di vita, luoghi e situazioni di natura diversa.
La partecipazione a concorsi ha visto il riconoscimento di alcune liriche.
PIOGGIA
T’ho udita nel dormiveglia
incessantemente battere
sul mio sogno autunnale
bagnato s’imbeve di te
placando il desiderio ardente
d’esser purificato nell’anima
di questo corpo come tronco
assorbendoti dai piedi
radici ancorate alla terra.
Nelle tue gocce dissolvo
suoni di odiate voci
che io possa ritrovar pace
nel tuo scivolare
su fiori, foglie, boschi
sulle fronde d’un salice
le cui lacrime si fondono
in un piangente abbraccio
con le tue, nude e divine.
Vieni a me
dove perdermi nel ritmo
dell’odore che emanano
le fibre della natura
baciate dalla lenta delizia
che avvolge la tua caduta.
Nel suono voglio amarti
carica di silente pace
portatrice di spiritualità
a lenire l’anima mia
con il respiro di un Dio
che sento nascere in petto.
Svegliano nel silenzio
i passi lenti dell’alba
che dolcemente avanzano
calpestando senza dolore
il sonno di tetti e camini.
Dalla strada i primi rumori
composti dal lamento
di una città sommersa
da cigolanti sbadigli
di finestre e porte.
Voci ancora assonnate
sfumano nelle tazze
d’aromatico profumo
di un invadente caffè
che suona caldo nel respiro.
Il treno della notte
oramai deragliato
muore inghiottito
in una galleria
di luminoso splendore.
UNA POESIA COME UNA PREGHIERA
Sento la poesia comporsi
come preghiera ad un Dio
in quei luoghi e momenti
dove il canto stanco
di un’umanità perseguitata
senza distinzione di razza
cerca sopravvivenza.
E vorrei avere
la mano di un angelo
per saper scrivere versi
con l’inchiostro caldo
dell’indelebile spiritualità
con i caratteri della fede
su un foglio macchiato
da lacrime di dolore
di chi è vittima del male.
Una poesia come preghiera
per un corpo martoriato
per un’anima ferita
per recitare nella notte
sotto la luce del divino amore
l’eco del Signore.
Notte magnifica notte
bagnata dal miele
sgorgato dal grembo
di luna gravida
avvolgi il palpitare
del luccichio di stelle
nel rumore del mistero
e le pieghe del fascino
portami un po’ di pace
ad accompagnare i sogni
e di frescura accarezzami
finché sarò tra le tue braccia
e quando mattino sarà
mi desterà il pensiero malinconico
d’averti persa tra i rumori assordanti
e la confusione del giorno
ma tornerò nel piacevole tormento
di quella perdizione ch’emani
poche ore mi separano da te
per cadere nell’abbandono
quale bramosia risvegli
dove tutto è possibile
dove tutto e nascosto
nel tuo ventre d’emozioni.
Che io ne abbia bisogno
non nego il desiderio
come ali di farfalla
parole leggere posino
su labbra stanche
batte il cuore
pesante sull’anima
come pietra arida
nel petto secco di un fiume
attendo gocce di pioggia
a riempire i crateri
divenuti tombe
per perse emozioni
e vorrei sentirmi erba
solleticata dal vento
pronta a divenire
mare aperto di papaveri
dove una vela di pensieri
si lascia andare alla deriva.