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Dante Carraro
LAGUNANDO 2020 > selezionati 2020
Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal 1982.
Accademico della Pontificia Accademia Tiberina delle Arti e delle Scienze dal 1992.
Medaglia d’oro nel 2010 per i servigi resi alla Comunità di Quarto d’Altino.
Medaglia d’oro per le opere pittorico-poetiche “Il Sile tra Natura e Arte” (2011) e “ALTINUM – La Ricerca” (2014), quest'ultima tradotta in lingua tedesca e inglese, ricevute dal Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano.
Anfora bronzea altinate per i servigi resi alla comunità di Quarto d'Altino (2019).
Sue liriche sono state tradotte in lingua giapponese e spagnola.
Bibliografia: 50 antologie nazionali, 8 sillogi, 37 premi nazionali, 7 premi internazionali, 7 premi per il vernacolo veneziano.

ISOLE DELLA LAGUNA
POESIE
Camminando sulla proda. Per parlare



Sulla proda tra il fiume e la laguna
ho incontrato il mio amico,
lui però non mi ha visto. Parlava con un altro,
e ho sentito che diceva: tutto qui mi rasserena.

Sapevo che era vero per il rumore
delle onde sbriciolate sulla riva.
Poi ho visto anche un altro amico
in cammino con il mio stesso passo.

I miei amici erano trasparenti.
Attraverso di loro vedevo il sentiero.
Vorrei ritrovarli ancora,
e tutto tornerebbe a posto.

I Vongolari


Che bella Burano
nei colori d’Aprile.
Frettolose
due nuvole vagabonde
tengono a battesimo un cielo
azzurro neonato.
Le barche dei vongolari
pronte a salpare.
Il remo impaziente
di carezzare le onde.
I ragazzi saltano a bordo
con lenze e pàlamiti
coi cesti e le sporte.
Flop flop l’acqua
attorno alla chiglia.
A poppa le ragazze salutano la gente
ferma a guardare.
Poi in laguna aperta immergono le dita
per vedere l’acqua dilatarsi defilarsi
restarsene indietro nella sua stupida fissità.

Tutta - stretta - tutta - assieme
Burano
lasciano,
e loro già via già fuori l’attracco
verso i grandi silenzi salati
che il sole asciuga
che il sole indiamanta
per tutto il tempo dell’estate
che così a lungo dura...
Torre di Torcello


Incombente, massiccia,
severa,
testimone d’un passato;
presenza inamovibile,
uguale a se stessa
nel trascorrere del Tempo...

Si staglia stasera nel sole
a scandire i chiarori
dell’estivo tramonto.
Il mistero l’avvolge:
fuse tra realtà
e fantasia,
figure lagunari
scrutano l’infido mare
e dipanano nel sole
una storia.

Echi di bronzi
vibrano improvvisi
a ridestare
fervori di esistenze.

La sera rosata
indugia e scolora
in un pallido
incanto
le mura
di Santa Maria Assunta e di Santa Fosca.

Fiorisce la spuma,
che sormonta l’erbe
ai pie’ della Torre campanaria.
Memoria di un’Onda

(notte 12-13 novembre 2019)



VENEZIA sta morendo

È su tutte le tivvù
È nelle ultime notizie
Una grande città sta morendo

-ma la sua voce non muore-

La sua voce non muore
La sua voce sta sulla Terra
Nel suo letto Lei sta morendo
Non c’è niente da fare Lei sta morendo la morte di tutti noi
Ha un telefono in mano e ci chiama dal suo letto

In tutto il mondo a notte fonda il telefono trilla

“Sono VENEZIA”
Dice la voce
“Sono VENEZIA la Serenissima”
“Volevo dirvi” Lei dice

Lei dice cosa sta succedendo
Cosa sta per scendere su di Lei
La morte oscura amante scende su di Lei
La sua voce via satellite va sulla Terra
Sui mari dove Ella una volta si erse a Regina
*

Ecco l’alta marea e l’urlo degli uccelli marini
E le onde si frangono su di lei e gli uccelli marini gridano
Sul bacino di San Marco c’è un forte vento
Ci sono grandi onde spumose che sferzano gli imbarcaderi

VENEZIA è al telefono -la voce va sui flutti-

Io sto leggendo poesia greca -il mare è lì dentro-
Lì Troiani e Greci piangono Ettore e Achille.
Piangono qui i Veneziani lungo Riva degli Schiavoni
Dove le onde piangono emettono un sibilante suono

Un suono sibillino

VENEZIA

sussurrano

VENEZIA.
“Stagando” al tramonto


Isole, il cielo e laguna
intrecciano nuove vie
alle porte del tramonto.
Il tempo si chiude
avvolto accanto alla barca,
scalfisce la mia indifferenza.

Anime segrete
dell’Essere in movimento
creano
uguali cicli del divenire.
Sottile sostanza
prende corpo
nell’ombra del bianco astro.

Aria argentea
riproduce le forme
della mia anima.
Annulla il peso del Tempo
torna all’Antica Madre.

Acqua remota
allontana i rumori.
Suoni leggeri
di gocce che cadono
lavano il mio cuore.
Ascolto il silenzio.
lascio che l’anima
contempli sé stessa.
*
Provo a dire la calma che dalla laguna-nord respira,
ora che il sole è calato, ma di lui briciole
accese tenere brezze giocano ancora.

Nessuno in laguna. L’acqua ha la luce e il silenzio
che fanno correre al tintinnare dei giunchi
all’aprirsi di lobi nella falce di luna.
Se tu ci sei o non ci sei è il remo a dirlo
col suo scandito lento e l’acqua intorno.

L’altra laguna laggiù combatte nel petrolio.
Non dico che la si debba dimenticare. Ma guardare
a quella con questa calma nel pensiero, dire
pace anche alla nostra guerra di abitudini e fretta.

La misura delle cose ha questo fiato.





*“Stagando” sta ad indicare il movimento del vogatore, in avanti in piedi.
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