Mauro Pedrotti
LAGUNANDO 2020 > selezionati 2020
Diploma di Maturità Classica e Laurea in Economia Politica.
Appassionato di poesia sin dall’età del liceo, ottenendo vari riconoscimenti in concorsi letterari.
Dopo una pausa di oltre 20 anni, mi sono ravvicinato alla poesia con nuove liriche.
RICORDO
RicordoVicoli scuri di ciottoli e latrina,l’eco dei passi e degli sparigli occhi rivolti a cercare un po’ di cielo, oltre l’odio e le catene.Mai più lacrime e sudoreTra l’odore acre del carbone che non ti fa pensaree ti fa impazzire.Un grido, un solo urlo spezzato,un colpo smorzato dalla pianura.Una nebbia densa e opacaBrilla ai primi d’ invernoSu quel filo spinatodi ruggine e paura.E’ l’anima che fugge viadal quel reticolo di morte, rincorre pensieri liberi e poi cade.E’ lo stesso grigio spento della terra e del cielo uguale,e del mio sguardo e del mio animoè solo un grigio spento ricordo.
TRENI DI PIANURA
Ti ho vista partire come un treno in corsatra campagne gelate e stazioni vuote.un sibilo sordo, un fischio da un eco lontanoun solo lampo nel sereno,nemmeno il tempo di dirti addio.Ho scritto un ti amo incertosu un vetro velato,ho rincorso aquiloni fuggitia disegnare il tuo nome.Silenzi, e solo silenzi a tagliare la luce fiocadi una pianura grigia e sopita.Ho atteso quel treno per oretra cigli deserti e panchine bagnate,un cuore, un bacio, un battitoil lieve sentore del tuo profumo.L’aria tra i tuoi capelli bagnati,il lampo breve di un sorriso,un altro sogno rubato e svanito.
2012
Quel giorno di un gennaio lontanoa guardare le luci del paese all’imbruniredalla lunga finestra biancadi quella stanza al secondo piano.Luci gialle e calde delle case,tra luci bianche di fabbriche e negozi,e l’arancio forte dei lampioni delle strade,a disegnare improbabili ghirigori nel paesaggio.Alberi di natale ancora accesi,qua e là nella piazza del comunee davanti all’ultimo hotel ancora aperto,Natale è finito da un po’ , ormai dimenticato.Nevica piano, e lo vedo in controluce,il vento porta i fiocchi alla finestra,senza far rumore,sembrano bussare come a voler entrare.Tutto si nasconde e si confonde,il paese scompare inghiottito dalle nuvole bassel’orizzonte si spegne e lo sguardo si perde,è buio, il pensiero già stanco comincia a sognare.
NUVOLE
Ho guardato inerme tutta la seraLa pioggia bagnare quel cuore dipinto,quante parole incise, quel t’amo sulla sabbia venuto male.Nuvole grosse e nere di fine e state,pochi tuoni a scuotere la mia figura,un brivido lungo e un respiro a metà,sbattuto dal ventocome una barca ancorata male.Non vedo più orizzonteLà dove il cielo accarezza il mare.Volgo lo sguardo lontanoa cercare le vele strappate, le ali di un gabbiano,un’onda o semplicemente un amore.Mi nascondodietro un vetro appannato,il volto rigato da pioggia e poche lacrime,fermo lì ad aspettare,ancora nuvole.
PRIMAVERA
Un bagliore cupolampi senza tuono,un fuoco d’artificio mutoe in bianco e nero.Non sono io che corro nella nottenon è la mia ombra riflessache oltrepassa un taglio di lunae gioca a rimpiattino.E’ l’onda increspataanche se di lagunaa scuotere fili d’erbaImmobili e silenti,e sguardi di fenicotteri rosa.Lenzuola di fiori giallisbocciati come di incantoad aspettare di volare domanicome trasparenti soffi di primavera.