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Oriella Pivato
LAGUNANDO 2020 > selezionati 2020
Insegnante di Scuola Primaria in pensione, ha presentato due raccolte di poesie e partecipato a molti concorsi, conseguendo premi e riconoscimenti.
LEGGERE LAGUNE
POESIE
DITA TRISTI



Più fragili di un germoglio
nei riflessi di primavera
tristi ed agili dita
cliccano sulla speranza:
nuovo sito da aprire
per qualche messaggio di vita.
Dura pochi istanti
il fugace contatto virtuale.
Tristi ed agili dita
postano carezze
a sorrisi di altri volti,
a sguardi di altri occhi,
alla parola “abbraccio”,
a un cenno d’intesa
ad attimi d’incontro
senza dover più digitare
quel semplice piccolo gesto
che è una stretta di mano.

GIORNI DI SILENZIO
Aprile 2020


Senza sguardi,
senza incontri
scorrono i giorni
nel silenzio del sole
con il ticchettio del tempo
che a poco a poco
rapisce il pensiero.

Senza sguardi,
senza incontri
vanno i giorni
col volto coperto
seguendo un po’ incerti
una danza sospesa
su ali di farfalla.  

Senza sguardi,
senza incontri
ascoltano i giorni
in un’essenza virtuale
il cinguettio di sillabe
nei voli intrecciati
vestiti di cielo.    

Senza sguardi,
senza incontri
raccolgono i giorni
l’aroma dei petali
che si aprono piano   
al muto sorriso
della nuova stagione.

Senza sguardi,
senza incontri
portano i giorni
cupi suoni di sirene,
rintocchi di campane,
il telefono vibrante                      
in messaggi sfuggenti.

Senza sguardi,
senza incontri
nel silenzio dei giorni
il tempo scandisce
minuti troppo lenti                                                                                              
che provo a contare
in attesa di una voce.

                   
UN PUGNO DI CORIANDOLI
Febbraio 2020



Il sole rideva in quei giorni
fra mille coriandoli in volo
nell’aria che ormai riscaldava
il tempo di un inverno stanco
con una gran fretta di andare.
Fra sguardi di maschere allegre
nessuno sembrava comprendere
la voce lontana di allarme
che spense la festa a colori.
La paura prese tutti per mano.
Increduli e persi nel dubbio,
chiudemmo ad un tratto le porte
ad incontri, a sguardi vicini:
proibita ogni stretta di mano,
spento ogni tenero abbraccio.
Ci sentimmo fragili e tristi,
relegati nei nostri confini
che un etereo cupo nemico
intendeva con forza varcare.
Fuori cantava la primavera
virando in danze di rondini,
sfiorando i sorrisi di verde
sui prati e sui nuovi germogli
inoltrando messaggi di vita
a noi chiusi nel grande timore
di perdere ciò che avevamo.
Tenemmo più stretti in un pugno
i mille coriandoli in volo
in attesa di un tempo nuovo
per lasciarli andare nel sole.

VECCHIO CILIEGIO



Tempo di sole sotto la tua chioma.
Io ci venivo per farti compagnia.
Le mani tese verso i mille frutti
accesi di rosso come per magia.
Mi proteggeva la tua ombra buona
quando lì sotto stavo a pensare
al tempo della tua nuova stagione
che un po’ di me poteva cambiare.
Stretta al tuo tronco in un abbraccio
sentivo la forza della tua vita
nutrire piano le mie emozioni:
scorreva linfa fra le mie dita.
Misero poi radici inattese
le sillabe di parole d’amore
al primo bacio sotto i tuoi rami
lentamente e senza far rumore.
Vecchio ciliegio del tempo lontano
tieni i segreti della mia storia
nel ritmo delle tue stanche stagioni
nei tanti rami della tua memoria.
Tempo di sole in un mondo strano,
torno ancora per farti compagnia
i miei ricordi sono mille fiori
accesi di storia, ma non per magia.
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