Il romanzo narra delle avventure e della fuga di Filea, la bella castellana maga e guerriera, inseguita da malvagi e terribili nemici soprannaturali e dai loro emissari umani.

  Questi sono alla caccia di un componimento poetico caduto quasi casualmente in mano alla dama, dal titolo “L’Ultimo Canto” e del quale essa stessa non aveva mai compreso l’importanza.

  Si tratta di un sirventese composto oltre un secolo prima da Odofredo d’Acquasparta, uno straordinario ed eccentrico personaggio, celebre cavaliere e famoso trovatore, pochi giorni prima di venire assassinato da guerrieri al servizio del suo nemico.

  Tra le righe di questa innocua poesia, apparentemente una sorta di ironico “commiato alla vita”  dal significato complessivo abbastanza oscuro, sarebbe in realtà contenuto uno sconvolgente segreto capace di dare a chi sappia correttamente interpretarlo e farne uso enormi e sconvolgenti poteri.

  Per evitare che se ne impossessi il misterioso e antico personaggio che si fa chiamare “il Console”  e per salvare la sua vita stessa Filea è costretta a scappare di città in città, tra continue battaglie e colpi di scena, alla ricerca di alleati o protettori capaci di difenderla almeno momentaneamente e nel tentativo di prendere tempo per svelare esse stessa quel segreto così tremendo ed ermetico che finora nessuno era stato in grado di capire. Così in un crescendo di sorprendenti avventure fino al momento finale, quando la donna scoprirà che forse non è il “il Console” il nemico peggiore.