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Roberto Velardita 2021
LAGUNANDO 2021 > selezionati 2021
Autodidatta, compongo in lingua e dialetto veneziano.
Partecipo da anni a concorsi ottenendo vari riconoscimenti a livello locale, regionale e a volte, nazionale.
LEGGERE LAGUNE
POESIE
ACQUA BASSA


Era un bel giorno estivo laggiù nella barena:
La barca dondolava legata alla catena,
il sole riscaldava dei granchi in acqua bassa
e le ali d’un gabbiano che grida e lento passa...
E mi ricordo ancora la goccia di sudore
colata dal tuo viso giù giù fino sul cuore...
Ed in quel paradiso io mi guardavo attorno
pensando ad un paradiso di poche ore al giorno,
perché l’acqua crescendo ricopre tutto quanto
così come fa il tempo che copre il riso e il pianto...
Adesso sono vecchio ma ancora giro e vogo
e capita che a volte ripassi per quel luogo
sentendo come un tonfo, quasi un gran colpo sordo,
quando col cuore tocco le secche del ricordo.
LA REGATA DEL BOCOLO
(VELA A TERZO)


Il giorno di San Marco, o la Liberazione,
si fa una veleggiata per appassionati
di vecchie barche, quelle della tradizione,
vagando tra le isole e i casoni abbandonati
in una rotta all’indietro lungo gli anni
per tornare prima dell’elica a motore,
quando c’erano di sicuro più malanni
però per navigare ci voleva il cuore…
Appena il sole scalda già sbocciano le vele
mostrando al cielo terso bellissimi colori
come fossero quadri su delle enormi tele
o se dall’acqua scura nascessero altri fiori…
Il vento le carezza, gentile ed esitante,
le spinge delicato senza mettergli fretta,
sospira dolcemente quasi fosse un amante
che, fedele, da un lungo inverno aspetta…
La pace tutto attorno fa ricordare Dio,
perché senza rumore si scivola in barena,
solo il grido d’un gabbiano e un vago sciabordio
fanno da sottofondo a tutta questa scena
mentre così trascorre il giorno con lentezza,
con il tempo per pensare al fato e alla fortuna
sentendo che il dolce sussurrare della brezza
ti dice quanto è bello perdersi in laguna.
VOGATA IN LAGUNA  


Il remo bacia l’acqua come un amante stracco,
e poi la bacia ancora, paziente più di Isacco,
sopra c’è un bel cielo come di quadro vecchio
sotto ce n’è un altro ché l’acqua fa da specchio,
le nuvole sembrano dei candidi gabbiani
che volano da sempre fidando nel domani,
attorno c’è silenzio, il remo mio non conta,
e quasi io mi incanto guardando il ferro in punta,
e forse poi mi perdo tra i fiori di barena
lasciando una scia che s’ intravvede appena...
Così non saprei dire dove andai quel giorno,
so solo che rimpiango d’aver fatto ritorno
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