Anna Maria Costa 2022
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ORTI DEI DOGI
ROMANZI
ANNA MARIA COSTA
Nasce a Casalmaggiore, cittadina sulla sponda lombarda del Po.
Si laurea con lode in Pedagogia.
Il suo amore per la scrittura nasce da bambina con poesie e racconti, per diventare nel tempo necessità e desiderio di affidare alle parole l’espressione di emozioni e sentimenti
“AVVENTURA SUL GRANDE FIUME”
All’alba di una mattina d’agosto, avvolti da una misteriosa nebbiolina, i legni silenziosi di una barca scivolavano sull’acqua del grande fiume, per un lungo viaggio.
Nel cuore di Anna una gioia incontenibile: al timone dirigeva la sua vita seguendo le sinuose anse del Po, evitando secche e sabbioni, verso una incredibile meta.
Nel filo di corrente delle acque verdi del fiume la barca bianca se ne andava veloce e ritmata dalla potenza dei remi nelle mani dei suoi quattro amici.
Lei vide la sua prima stupefacente alba che, di remata in remata, si faceva sempre più chiara, nitida e chiassosa: grande musica del fiume accompagnata dal vocio di migliaia d’uccelli che si risvegliavano all’alba, fino all’ultimo gracchiare del corvo che si allontanava in volo nel rosso tramonto della sera.
E lei, sulla barca, con gli amici andava remando in libertà e accompagnata dai suoi piccoli ma tanti progetti, non era spaventata da ciò che dipendeva dalle sue forze e dalla sua volontà, lei era pronta per un’avventura sul fiume.
“Avventura sul grande fiume” è il vivo ricordo di questo singolare viaggio alla scoperta di nuove terre, di nuove persone, della semplicità del vivere, della fatica del remare, della vera amicizia, dell’armonia del creato, del rispetto dell’ambiente. Del silenzio quale dolce musica del fiume, del respiro di libertà attraverso l’autentica bellezza della natura che riempie il cuore di pace e l’anima di serenità. “Avventura sul grande fiume” è memoria della forza del fiume come ‘compagno di viaggio’, che è sempre lì per chi lo ama e per chi volge il suo sguardo oltre l’argine maestro per cercarlo; del grande fiume “largo e immenso” (come diceva Giovannino Guareschi) che vuol essere conosciuto e scoperto nella sua essenzialità.
“Acque sempre diverse scorrono per coloro che si immergono negli stessi fiumi.
Negli stessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo”.
ERACLITO (Frammenti 12,49a,91)
CAP. 1
QUALCOSA MANCA
C’erano giornate in cui si sentiva strana: mancavano le chiacchiere con gli amici, mancava una persona da amare, mancavano obiettivi da raggiungere, mancava la libertà di esporsi senza essere sempre giudicati.
Quando sembrava di essere sempre sotto esame, era difficile essere se stessi.
Quando gli altri non dimostravano fiducia in lei, dubbi e insicurezze la bloccavano senza permetterle di esprimersi per quel che era veramente. E l’apparenza a volte impressionava di più di tutto il buono che aveva dentro di lei e non riusciva a dimostrare.
Non era vero che a quindici anni si stava bene e la vita sorrideva sempre! Molto più spesso era triste e malinconica e pensava… con qualche pensiero di troppo che peggiorava la sua giornata.
Allora per evitare dubbi, pensieri e interrogativi senza risposta, Anna preferiva prendere i remi e scendere in barca per affrontare i misteri del fiume che con la sua brezza a filo d’acqua e il suo forte profumo di salici e robinie le offriva una bella sensazione.
La sensazione di libertà e d’intesa immediata col suo fiume, mentre tremuli pioppi tutti in fila come soldatini, piantati nei terreni sabbiosi lungo la riva, sembravano lì apposta per lei, per proteggerla e accompagnarla nel suo lento risalire la corrente.
Le piaceva remare controcorrente, non aveva paura di andare incontro alle difficoltà seduta nella sua piccola barca, mentre i remi facevano forza sull’acqua e si trovava alle prese con la sua resistenza fisica.
Il remare però non era per lei soltanto fatica, era anche tanta armonia e sintonia con la natura: questo fiume sinuoso che serpeggiava nella pianura le infondeva gioia e serenità. Lo sforzo del remare le dava anche molta sicurezza e soddisfazione nel raggiungere da sola piccoli ma importanti traguardi: un sabbione su cui prendere il sole accanto ad un airone o una lanca con acqua ferma dove mollare i remi e sognare.
Per lei questi erano grandi successi di autonomia e libertà che cancellavano scontento e insofferenza dalla sua mente.
Sulla sponda poteva incontrare solo qualche pescatore che accennava un saluto, ma intanto il paese si allontanava e con le case, le chiese e l’argine maestro, anche le persone che facevano parte di quel luogo in cui era nata, riva sinistra e lombarda del grande fiume.
La voglia era di perdersi dal comune sentiero per cercare se stessa in una dimensione più vera e autentica come il Po e la natura che lo circondava. Anna in quel momento della sua vita di adolescente sentiva forte questo bisogno di autonomia e pure la smania di spazi personali in cui vivere.
Non le faceva bene il continuo bombardamento delle persone più anziane che si sentivano in dovere di darle sempre consigli e non le piacevano nemmeno tutte quelle cose a catena che si dovevano fare per forza.
Lei aveva bisogno di staccare e andare oltre. Sentiva il bisogno di cambi di programma, di qualcosa d’imprevedibile e avventuroso, di qualcosa di fantasioso e soprattutto nuovo.
Lei era una ragazza allegra, gioiosa, fantasiosa, ma anche giudiziosa e pensierosa che aveva bisogno che gli altri nutrissero fiducia nei suoi confronti e la lasciassero libera di agire. Sembrava tanto fragile con i suoi capelli biondi e la frangetta alla pari, ma era forte e sapeva tener testa a molte situazioni ‘da grande’.
Meglio non pensarci… Se no si sarebbe ulteriormente arrabbiata.
Nel frattempo si lasciava portar via dalla corrente perché aveva tirato i remi in barca e… voleva farsi ‘portar via dalla corrente di proposito’ con la sensazione di essere cullata dalle acque di quel fiume che la accoglievano e la coccolavano in un profumato abbraccio tutto per lei.
Poi, piano piano, se n’era ritornata alla zattera da dove era partita.
CAP. 2
NOVITA’
Agosto in pianura padana era solo afa, caldo e lento scorrere del tempo fino a sera, in attesa di un po’ di frescura nella notte.
Come scacciare la malinconia della routine, come trovare dei compagni di avventura per divertirsi, come non pensare alle ridondanti situazioni del momento?
C’erano giornate in cui sembrava non accadesse mai nulla: tutti facevano qualcosa, ma sempre le stesse cose, monotone e uguali.
Anna era seduta sulla staccionata lungo il fiume, un po’ pensierosa e un po’ annoiata, quando aveva sentito una voce che la chiamava: “Anna, Anna!!! Finalmente ti ho trovata! Non prendermi per matto… ho una proposta incredibile da farti e non puoi dire di no! Io con altri rematori che ben conosci ho organizzato un viaggio sul Po in barca a remi con partenza dalla zattera del nostro paesello e arrivo… a Venezia!”
Lei osservando il volto raggiante di colui che sarebbe diventato il suo capitano, nel raccontare tale avventura, si sentiva tutta strana ed emozionata alla notizia e avrebbe voluto che lui aggiungesse altre parole e poi altre ancora per rendere il tutto più vero e concreto.
Non ci poteva credere, ma già immaginava con la sua fantasia una storia con tanti meravigliosi luoghi sconosciuti e persone da incontrare.
“ Devo ammettere- le diceva il capitano- che il timoniere che doveva venire con noi, ci ha dato buca e allora abbiamo pensato a te che da un paio d’anni timoni le barche da gara e poi… sei leggera! Ahahaha… non ci serve molta zavorra! C’è già la mia pancia di troppo!”
Anna, senza parole ma con una nuova luce negli occhi e con la mente già proiettata lontano, aveva chiesto informazioni sul percorso, sugli ostacoli, sul suo ruolo, sul come condividere gli spazi sulla barca e a terra nelle soste, quanti chilometri al giorno avrebbero dovuto affrontare… E poi, all’improvviso, le era venuto in mente che l’ostacolo maggiore… erano i suoi genitori da convincere.
“Faremo a braccio di ferro con tuo papà se serve, darò a tua mamma tutte le rassicurazioni che si possono avere. Sai che per te sono come un papà, anzi potrei essere tuo papà! Sarò attentissimo che non ti succeda nulla e quanto agli altri tre giovani e forzuti rematori che ci servono per la nostra avventura, so io come tenerli a bada. Ahahahah! Questa è un’occasione irripetibile per te!”
Mentre il capitano parlava e parlava per convincere innanzitutto lei ad accettare (forse lui non lo immaginava, ma lei gli avrebbe detto di sì subito dopo le prime parole), dentro di sé gongolava pensando:
“Questa sì che era una grande novità!!! Un’idea pazza!!! Che meraviglia!!! Un sogno raggiungere Venezia via acqua!!!”...
(continua)