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Marcello Bondi 2022
LAGUNANDO 2022 > selezionati 2022
Nato a Sassuolo (MO)
Sceneggiatore per Skorpio/Lanciostory/Disney/Zagor.
Soggettista per Diabolik e Tex.
Ha collaborato con editori italiani ed esteri.

ORTI DEI DOGI
RACCONTI
UN VERO AMICO





La pagina bianca era un problema. Da sempre. Ogni volta che Massimo apriva un nuovo file di scrittura sul suo computer, vedere la pagina bianca gli creava un senso di angoscia. Fortunatamente, ormai conosceva un trucco per superare quella difficoltà. Lo aveva imparato durante uno dei tanti corsi di scrittura creativa frequentati in passato: bastava impostare il colore di fondo in modalità rosso, giallo, verde o blu e... tutto appariva più facile! Questa volta, però, non sarebbe bastato quello...
- Tutto bene? - chiese Luca entrando nella stanza.
Massimo e Luca si conoscevano praticamente da sempre. Erano stati insieme fin dall’infanzia e Luca era sempre stato un buon amico, uno su cui si poteva sempre contare. Ora che Massimo aveva divorziato e chiuso i rapporti con la moglie Claudia, l’unica persona a cui aggrapparsi era Luca. Ma a Massimo andava bene così: stava molto meglio con poche persone attorno.
- No, non va bene niente! Devo consegnare una sceneggiatura nel giro di una settimana e non ho ancora steso una riga! La faccenda di Claudia mi ha fatto saltare tutti i programmi! E tu lo sai che quando non riesco a rispettare le scalette che mi sono fatto... -
- ... diventi nervoso. -
- Esatto. -
- Ma con Claudia com’è andata a finire? - Luca sapeva di toccare un tasto delicato, perché Massimo non parlava mai volentieri della sua ex-moglie, però era curioso di sapere com’era finita tra i due, dopo l’ennesima trovata della donna per farlo comparire davanti al notaio.
- Come al solito... l’avvocato le ha detto di starsene zitta e buona, quindi è dovuta uscire dall’ufficio abbassando la cresta. Però tutta questa dannata storia mi ha fatto perdere un sacco di tempo tra la preparazione dei documenti, gli appuntamenti con gli avvocati, il notaio e tutto il resto... un disastro. -
- Va beh, dai. Ti aiuto io con la sceneggiatura, d’accordo? Facciamo un po’ di brainstorming insieme, ti va? -
- Sei un amico, Luca. -
Scrivere insieme a Luca gli piaceva. Con lui, Massimo riusciva a confrontarsi e a trovare una soluzione per tutti i problemi.

Dopo aver steso le prime pagine di sceneggiatura, però, Massimo si rese conto di un problema.
- No, non ci siamo. - disse Massimo.
- Cioè? - chiese Luca.
- Il soggetto iniziale è troppo scarno. Devo svilupparlo meglio, altrimenti avrò troppi problemi in fase di sceneggiatura... al diavolo! -
- Tisana? - quella di Luca era una domanda retorica, perché Massimo non rinunciava mai alla sua tisana, quando doveva elaborare mentalmente delle storie.
- Sì, è meglio... mi aiuta a riflettere. -
- E rilassarti! -
In quel preciso momento, qualcuno suonò alla porta di casa. Dopo averla aperta, Massimo si trovò davanti Luigi, l’inquilino del piano superiore.
- Ciao, Luigi. Tutto bene? Avevi bisogno? -
- Ciao Massimo. Scusa il disturbo, volevo solo avvisarti che con gli altri abbiamo deciso di fare una riunione dopodomani, verso le otto, otto e mezza di sera. Tu ci potresti essere? -
Il condominio nel quale viveva Massimo contava solo sei appartamenti, perciò nessuno li obbligava ad istituire un amministratore esterno. Se c’erano dei problemi, ci si trovava e si discuteva della cosa. Era sempre stato così, anche se spesso trovare un accordo non era per niente facile... ed ecco perché Massimo odiava quelle riunioni.
- Sì, va bene, direi di essere libero - disse Massimo, sapendo di mentire. In realtà non era libero per niente, ma non aveva voglia di mettersi a discutere... non ce l’aveva mai. Massimo non era uno che voleva creare problemi, ma sapeva che se avesse chiesto di spostare la riunione o se avesse mancato l’appuntamento, ci sarebbe stato qualcuno pronto a rimproverarlo. E questo a lui non piaceva per niente.
- Qual è il motivo della riunione? - chiese Massimo, sperando almeno che fosse una cosa seria.
- Vogliamo sistemare l’asfalto vicino ai garage. Il terreno sta cadendo a pezzi e anche le fogne hanno qualche problema. Dobbiamo capire come procedere. Io già fatto fare dei preventivi. - rispose Luigi.
“Il solito Luigi” pensò Massimo, vedendo andare in fumo tutte le sue speranze riguardo alla ‘questione seria’ della riunione. In effetti, Luigi non ce la faceva proprio a stare fermo. Vedeva problemi ovunque, anche dove non c’erano... e se non c’erano, li inventava lui. E quella volta non faceva eccezione. Non era vero che l’asfalto vicino ai garage cadeva a pezzi. Effettivamente, non era un terreno bellissimo, ma addirittura doverlo rifare completamente... per Massimo era un esagerazione.
- Va bene, Luigi. Ci vediamo alla riunione. - disse Massimo chiudendo la porta.
Poi, dopo essersi allontanato dalla porta sussurrò lapidario: - Ma vaffanculo, coglione. -
- Luigi, immagino - disse Luca.
- Immagini bene. -
- Che cos’ha stavolta? -
- Cazzate. Meglio tornare alle cose serie - e così dicendo, Massimo si sedette alla scrivania, pronto a rimettersi al lavoro sulla sceneggiatura del suo fumetto, l’unica cosa che gli importasse veramente. Se c’era qualcosa che aveva imparato nella vita, era che la sua amata scrittura non lo avrebbe mai deluso... ma non si poteva dire lo stesso delle persone.

Non capitava spesso che Massimo si trattenesse anche dopo cena a lavorare. Questa volta, però, voleva fare bella figura con l’editore. Si trattava di un editore importante, di fama nazionale, che lo avrebbe pagato in anticipo una volta consegnato il lavoro. L’editor che lo seguiva era una donna, Gaja, ed era molto cordiale e alla mano. Anche per questo, Massimo non voleva sgarrare. Voleva fare un’ottima figura. Perché, se da un lato era vero che lui non sopportava nessuno, ma proprio nessuno... dall’altro era altrettanto vero che con qualcuno era costretto ad interagire, almeno per riuscire a realizzarsi attraverso l’unica cosa che gli piaceva fare davvero: scrivere. E proprio mentre stava scrivendo, Massimo ricevette una telefonata da suo padre.
- Ehi, Massimo! Lo sai che sul quinto canale c’è quel film che ti piace tanto, dai... come si
chiama? -
Massimo era incredulo... e anche infastidito. Quella cazzata rischiava di deconcentrarlo!
- Papà, se mi piace tanto, l’ho già visto, non credi? - chiese in tono poco cordiale.
- Beh, potresti sempre volerlo rivedere... -
- Ce l’ho in dvd... posso vederlo quando voglio, non c’è bisogno che stia ad aspettarlo in trepidazione davanti alla tv. -
- Mh... okay, scusa se ti ho disturbato -
- Sto lavorando -
- A quest’ora? -
- Sì, a quest’ora, perché è una cosa urgente, quindi ciao, ci sentiamo poi, okay? -
Massimo riattaccò il telefono e sussurrò: - Che palle -
Un po’ gli dispiaceva trattare suo padre così, però non riusciva a credere che quelle cose che gli aveva ripetuto centinaia di volte, non fossero ancora chiare. Forse, suo padre stava solo invecchiando e prima o poi Massimo avrebbe dovuto affrontare questa realtà... ma, per ora, ancora una volta, c’era solo la sua nuova sceneggiatura da scrivere e da consegnare.

La mattina dopo, Massimo si alzò di buon mattino per poter avere più tempo possibile a disposizione per lavorare. Dopo aver scritto qualche pagina, però, il telefono squillò. Il numero era quello di uno dei disegnatori con i quali in passato aveva collaborato. Era una chiamata importante, che aspettava da qualche giorno. Doveva rispondere.
- Ehi, Massimo, ciao! Disturbo? - chiese Lorenzo, il disegnatore.
- No, tranquillo. Dimmi tutto - rispose Massimo, cercando di stringere i tempi.
- Senti, ho parlato con Roberto, per quella cosa dei soldi... -
- Okay, e quindi? -
Massimo non era arrabbiato con Lorenzo, ma tutta quella storia lo infastidiva... riportava a galla ricordi fastidiosi.
- Lascia stare - disse Lorenzo. - Mi ha mandato quattro audio lunghi ognuno cinque minuti nei quali non fa altro che insultarti, dire che non vuole l’elemosina da te e cose del genere. Ti assicuro che oggi ero sul punto di mandarlo a cagare. -
- Anche lui è completamente andato... -
- Senti, tu volevi fare una cosa onorevole. Io ancora non ho capito che cosa sia successo tra voi due... -
- Ah, non lo so neanch’io! Un giorno scrivevamo le storie in coppia e il giorno successivo mi diceva di non farmi più sentire, tagliandomi fuori da tutto! -
Per Massimo, quella con Roberto era stata davvero una brutta storia. Ed era una ferita ancora aperta. L’ennesima delusione provocata da una persona del quale si era fidato e che considerava più che un collega... un amico. I due collaboravano fino a qualche tempo prima. Massimo, però, portava avanti anche alcuni progetti personali che poi avevano avuto successo. Senza dare spiegazioni, un giorno Roberto aveva deciso di troncare la collaborazione con Massimo, bloccandogli tutti i contatti e minacciando di denunciarlo se avesse provato a mettersi in contatto in qualche modo. Massimo avrebbe voluto cercare di capire, provare a chiarire le cose con Roberto, ma lui aveva troncato ogni forma di comunicazione e i due non abitavano vicini. Non abitavano nemmeno nella stessa regione. Massimo aveva cercato di contattare conoscenti in comune per capirci qualcosa, ma nessuno sapeva nulla. Roberto sembrava impazzito da un giorno all’altro... ma solamente con lui. Massimo non aveva potuto far altro che accettare la cosa.
Poi, però, erano arrivati dei soldi per un fumetto che i due avevano pubblicato insieme oltreoceano, in America. Tramite Lorenzo, Massimo aveva cercato di mettersi in contatto con Roberto per potergli consegnare la parte che gli spettava... ma evidentemente Roberto non l’aveva presa bene.
- Senti, grazie lo stesso, Lorenzo. Adesso devo andare, ti saluto - disse Massimo, chiudendo la conversazione.
- Non ci siamo... la gente sta impazzendo - aggiunse Massimo dopo aver appoggiato il cellulare sulla scrivania.
- Che succede? - chiese Luca.
- Succede che è ufficiale: odio tutte le persone di questo mondo e vorrei svegliarmi un giorno sapendole tutte scomparse! Altro che “Io Sono Leggenda”! Sarebbe il paradiso! -
- Potrebbe essere una bell’idea per una storia! -
- Sì... e speriamo anche che diventi realtà, prima o poi! Guarda, basterebbe obbligare tutte le persone a rimanere in casa propria e non rompere le balle per qualche mese! Te lo immagini? Città deserte, tutti in casa, nessuno che rompe! Sarebbe già di aiuto! -
- Dubito che succederà mai... -
- Mai dire mai... -

38.5°C.
La cifra sul termometro era inequivocabile.
- Ecco, ci mancava solo questa - disse Massimo appoggiando rabbiosamente il termometro sul letto.
- Si vedeva che non stavi bene - disse Luca.
- Tutta colpa di quella riunione del cazzo! Lo sapevo che non dovevo andarci! Fuori, di sera, al freddo, sotto la pioggia, per parlare di cazzate e non risolvere niente! -
- Adesso è meglio che ti riposi -
- No, devo rimettermi a lavorare! La scadenza è fra due giorni! -
- Sei sicuro? Non sei lucido... -
- Sto bene. Prendo una tachipirina e vedrai che mi rimetto in sesto in due minuti. -
Così, Massimo ingoiò una pastiglia di tachipirina e si mise a sedere davanti al computer, pronto a ricominciare a lavorare. Non gli era mai capitato di dover lavorare in quelle condizioni... ma questa volta non poteva permettersi si sgarrare. Doveva finire, a qualsiasi costo. Odiava le persone tanto quanto amava il suo lavoro...
Cinque minuti.
L’avviso di ricezione di una nuova email era comparso già da cinque minuti sullo schermo del cellulare, ma Massimo non aveva ancora aperto nulla. Era in ansia. Gli succedeva sempre. Quello era l’aspetto che più odiava del suo lavoro: la risposta dell’editore. Si rendeva conto che fosse un controsenso, perché se tu lavori per qualcuno o per qualcosa, devi poter ricevere un feedback del tuo lavoro, prima o poi... ma allo stesso tempo, sapeva quanto poteva bruciargli una risposta negativa. Quanto potesse essere deludente per l’impegno e il lavoro svolto. Quello che non riusciva a sopportare, però, era che il giudizio arrivasse soltanto da una singola persona, o al massimo da un gruppo ristretto di persone. Insomma, quello non poteva certo essere un giudizio divino o generale... era un giudizio filtrato attraverso lo sguardo di alcune persone che, spesso e volentieri, non avevano nessun diritto per starsene lì a giudicare il lavoro altrui.
Aveva inviato la sceneggiatura che lui considerava definitiva da una settimana, ormai. In effetti, sette giorni erano pochi, nel campo dell’editoria a fumetti. Voleva dire solo due cose: o il lavoro era piaciuto davvero tanto, oppure aveva fatto schifo! Non poteva esserci una via di mezzo. L’email non poteva contenere frasi del tipo “carino, ma occorrono delle modifiche” oppure “ci siamo quasi, ma lavorerei di più su alcuni aspetti”. O era “sì” o era “no”.
- Che fai? Non la apri? - Luca aveva una dote speciale: compariva sempre al momento giusto e sapeva sempre scrollare Massimo dal suo stato “comatoso”.
- E se...? - balbettò Massimo.
- Se non la apri, non lo saprai mai - disse Luca.
- E va bene... prima o poi, si deve pur morire, giusto? -
Massimo si fece coraggio, respirò profondamente e schiaccio l’icona della mail. Mentre aspettava che l’applicazione si caricasse, Massima ripensò a quanto fosse fortunato ad avere un amico come Luca. Era l’unico in grado di capirlo davvero, di ascoltarlo e di consigliargli le mosse giuste per affrontare e risolvere i problemi. Massimo si considerava un solitario e un misantropo, ma Luca era un amico prezioso ed era l’unica persona che lui fosse in grado di tollerare.
Poco importava, in fondo, che fosse solo il frutto della sua immaginazione.
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