Vittorio Di Ruocco 2022
LAGUNANDO 2022 > selezionati 2022
Vive in provincia di Salerno
Ha publicato quattro volumi di liriche e due romanzi.
Per la Poesia si è classificato 178 volte sul podio: 81 volte primo, 71 volte secondo, 26 volte terzo, in concorsi Nazionali e Internazionali.
Ha ricevuto quattro riconoscimenti alla carriera.
Già presente edizioni:
2021
SECONDO CLASSIFICATO
sezione
"LEGGERE LAGUNE"
"LEGGERE LAGUNE"
Si riscontra una buona capacità di
comporre testi poetici, determinata dalla proprietà e ricchezza
lessicale e dalla articolazione chiara dei versi.
LEGGERE LAGUNE
POESIE
A Kiev non c’è più posto per le tombe
Dedicata ai martiri di Kiev
La notte è colorata dal dolore
dal Male che trapassa le frontiere
strappando i fiori della libertà.
In questa landa aperta alla speranza
la terra è ancora pregna di tormento
di anime appassite all’improvviso
ai colpi devastanti del nemico
venuto a falcidiare la bellezza
a erigere gli altari della Morte.
Risuona ancora l’eco dei cannoni
per le campagne gravide di grano
e il coro dei kalashnikov feroci
che mischiano il veleno al sangue vivo.
Sono aquile discese a depredare
a trascinare al fondo dell’inferno
i semi di pacifiche illusioni.
E le parole si fanno d’acciaio
mentre le vite pregne di vigore
si spengono al tuonare dei mortai
dei carri dalla pelle di metallo.
Ora il nemico è a un passo dalle case
ferino e truce più di un assassino
calato sopra un popolo spaurito
sospeso tra le nuvole e l’abisso
abbarbicato alla sua dignità.
Perché si è annichilita la memoria?
Dov’è il perdono nato dal diluvio
di sangue sparso a fiumi per le strade,
dai cumuli di cenere e di ossa
dispersi tra le svastiche impietose?
Qui a Kiev non c’è più posto per le tombe
solo per Dio s’innalzano gli altari
perché venga un miracolo di pace
a riportare il germe della vita
nei campi arati dalla primavera.
I discepoli del Male
Dedicata alle 560 vittime (uomini, donne e bambini)
dell’eccidio perpetrato dai nazifascisti
il 12 agosto 1944 a Sant’Anna di Stazzema.
E sento ancora i cingoli roventi
arrampicarsi sopra la collina,
quello stridore aspro e tenebroso
venuto ad annunciare la tempesta
che non lasciò giammai tracce di vita.
Le urla disumane e le alte grida
poi il turbinante assalto della morte
che annichilò la luce del perdono
lasciando i campi arati dal silenzio.
Ricordo ancora sguardi inorriditi
e petti spalancati alla speranza
squarciati dai discepoli del Male.
E il fuoco vivo a cancellare i volti
a rendere più cruda la mattanza
a infliggere la pena dell’oblio
alle anime sfuggite alla vendetta
e il cielo terso, immobile, impietrito
di fronte al dilagare delle ombre.
Dei diavoli vestiti di perfidia
ricordo la ferocia indifferente,
le svastiche cucite sulla pelle,
la cieca crudeltà che cancellava
in pochi istanti luridi le vite
ancora arrotolate dei bambini.
Ed è rimasto limpido il ricordo:
il sangue sceso a fiumi per le strade
in quel giorno magnifico d’agosto
sputato dalla bocca dell’inferno.
E gli occhi di mia madre ormai sbarrati
e la mia mano stretta nella sua
a sciogliere la morsa del destino
a rendere perenne la memoria,
perché sopravvivesse la speranza
di calpestare la malvagità
la laida incontinenza del potere
e vincere la guerra del perdono
fino al trionfo della libertà.
Il mare vivo della tua bellezza
Tramonta il tuo sorriso nei miei occhi
quando seduto all’ombra di un ricordo
mi perdo nel tepore dell’attesa.
Non vale a nulla il pianto che dirompe
lungo le valli accese del tormento
e scuote e incendia i boschi del perdono.
Ma le ali dell’amore sono vento
fanno tremare i muscoli del mondo
danno alle fiamme petali di stelle.
E nel tragitto intatto e disperato
del mio travaglio che dipinge il sogno
ti stagli più impietosa della morte
nel mio orizzonte a scolorare il tempo.
Ed io sconfitto dalle tue parole
tagliate dal coltello del silenzio
asciugo le mie lacrime scolpite
sopra il mio viso come stalattiti.
Sono crepacci i buchi nel mio cuore
divorano le timide speranze
che sbocciano improvvise nei miei sogni
quando la notte fa già più paura.
E tu fantasma vivo e inaspettato
annienti ogni più timida illusione
lasciandomi annegare nel rimpianto.
Ma non sparire, lasciami volare
lascia che le parole disperate
raggiungano i tentacoli del tempo
e il mare vivo della tua bellezza
frantumi la mia anima smarrita
in perle di magnifica speranza.
Vecchi compagni di classe
Il risveglio pieno d’emozioni
le corse brillanti del mattino
ridotte oggi a faticose contorsioni
per infilare in fretta un calzino
L’obiettivo altisonante di longevità
baldanzoso il giovane fingeva inutile
(mordi la vita e sarà quel che sarà)
ora però appare assai meno futile
E non è solo per quell’ingordigia
d’accumulare anni come un vanto
è solo che ancora non appare grigia
la vita finché la mente conosce il canto
Certo il viaggio è meno lussurioso
e il vanesio narciso è un poco spento
ma che gioia vedersi sempre curioso
che ogni scoperta è sempre godimento
Benché si avvicini l’oscuro fosso
passaggio obbligato del dopo partita
s’incendia divertito il paradosso
che inverte le stagioni della vita
Al Peter Pan che sul sogno volava
s’impose dura la legge del reale
oggi il puer ridente diventa clava
per rompere la gabbia del segnale
(Burlare il presente in compagnia
pieni d’umorismo solidale
spegnere ogni triste malinconia
col ridere di sé e del memoriale.)
Eva
La notte sussurra
languidi ricordi
dal fondo nero
senza forma
Spoglio d’orgoglio
il pensiero
ritorna
sull’attimo esaltante
e fortunato
Lì sono stato
e ho toccato
il tuo tremore
Baciato
il tuo languore
Aspirato
l’urlo intenso
che dà senso
alla libidine
oltre il confine
d’ogni male
La migliore delle regine
tu splendida vestale
Così antica
Così moderna
Donna eterna.