Vai ai contenuti
Francesco Lazzarini
LAGUNANDO 2023 > selezionati 2023 Poesia e narrativa > leggere lagune - poesia
Nasce a Jesolo il 27 Agosto 1991
Autore dei romanzi
“Omega rosso. Il ribelle è l’uomo sano (2014)
“Dall’Inferno al Paradiso” (2017)
“Il mercante d’arte” (2020)
“Il nido della menzogna” (2023)
Attualmente vive e lavora nella Laguna Nord di Venezia.
Già presente edizione:
2021


Leggere Lagune
Amavo quel fiore






Amavo quel fiore
Ed anche quel giardino.
L’amavo come si ama la vita,
L’amavo più della vita!
Il giorno che l’ho fatto
Pensavo di morire: l’ho reciso
E mi sono condannato.
Per un dolce suono di chitarra,
Per dei paesi che non conoscevo,
Per dei sorrisi nuovi,
Per dei corpi ignudi
E per veder le stelle nelle notti di solitudine.
Son passati poi fugaci, feroci gli anni
E quanto ho ripensato a quel fiore...
Ma nel giardino bello, beato
io non c’ho più rimesso piede
E allora lui… chissà.
Gettato lì, sul prato, certo sarà appassito
e se la mente non mente
me l’immagino da seme rinato,
sempre uguale, innumerevoli volte!
Ma io non tornerò lo stesso
Mai, non ci ritornerò mai fin lì, tra le beate fronde
Nonostante l’amassi, nonostante continuerò a farlo
e nonostante potrei amarne i figli.
L’inferno è la pena a cui mi affliggo,
Ma ho ritrovato nell’ignoto un vuoto
A cui mi sono affezionato.
Ho sì perduto l’innocenza
La pace
E la capacità di donare l’anima,
Ma ho conosciuto il vero me
E certo più non posso sottrarmici.
Amavo il fiore come si ama la vita
È vero, l’amavo più della vita,
ma così non la vivevo, non la vivevo!
Finché non l’ho reciso:
La sua vita per la mia,
Il mio amore per la vita.

Di malinconia




Di malinconia,
Di vuoto e di malato
Or s’è fatta colma in seno, l’anima mia.
Non senti che ribrezzo?
E questi dubbi e le sconfitte,
E questi amori e queste morti
Son loro sì, che ora mi perseguitano!
Oh sì, come mi perseguitano...
Tant’è che il male, non è che questo.
Eppur risplende il giorno
E che piova, e che piova non importa,
Risplende il giorno per chi è contento
Sia pure in un momento, da qualche parte
Così è. Ricordi?
Ci fu davvero un tempo, ero fanciullo,
In cui proprio io fui codesto
E così del ricordo in me nasce il pretesto
Per sperar che gioia tornerà.
Madre, madre che mi amasti
Tu sola al mondo sì lo sai, lo sai:
quanto sale ho sparso per la terra!
Eppur son sempre germinati i fiori
Eppur son sempre germinati i fiori.

Sorrido tristemente



orrido tristemente,
Ma tu non te ne accorgi.
Vorrei capirti almeno un poco
Scoprire se sei chi sei con lui,
O se sei chi sei con me, adesso
Mentre ridi e scherzi
Così gioiosa come non mai.

Ti passi una mano tra i capelli,
guardi lontano, sei bella.
Mi parli di lui,
mi guardi per un attimo, fa male.

No, non c’è verità dentro di te
Lo sappiamo entrambi,
Eppur ci sono cose più vere di altre.

Che cazzo dici che lo ami
Se poi mi guardi con quegli occhi?
Ed io che sciocco che sono ad ascoltarti...
Giacché so che vorrei tanto capirti,
ma che non potrei mai crederti.

Fuggi



Fuggi.
Dalla tua pena,
Dai tuoi problemi,
Dai tuoi dubbi, fuggi.
Tanto ti ritroverai presto
lo stesso assieme a loro, solo più vecchio.
Allora fuggi un’altra volta.
Tanto ti ritroverai, vedrai
Come sempre assieme a loro,
pur ovviamente un po’ invecchiato,
ma questo è inevitabile.
Allora fuggi,
Per l’ennesima volta
E poi ancora fuggi. E fallo ancora e ancora
Finché non ti ritroverai nemmeno più.
Certo, non ti sarai risolto
E anche questo non lo saprai mai,
Ma davvero ti sarai salvato
Perlomeno da un’esistenza sciocca
Qual’è vivere per rispondersi
Alle domande che tanto la vita non ti pone.
L’abisso




L’abisso
Negli occhi di quell’uomo grande
Quando gli esplode la bontà, da dentro

Lui sa che la sua vita non basta
Lui sa che non è mai stata sua.

Tende la mano al bambino,
La sua stretta è forte e sicura,
Sembra di entrare in porto.
Lui sa che finchè potrà, darà.
Lui sa che non è amore,ma dolore.

Ebbene l'ho visto piangere di vergogna,
Oggi.
Erano lacrime di pena e invidia:
Un altro uomo buono è morto.
Sì, anche l’abisso vacilla.
Fare del bene, farne di più
Senza mai toccare il fondo: quanto pesa?
Lo guardo basito:
Navigavo nel buio, ora è luce.

Torna ai contenuti