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GIULIA DEI ROSSI
LAGUNANDO 2023 > Selezionati 2023 Liopiccoli
I LIOPICCOLI
SCUOLA SECONDARIA
-NARRATIVA-
GIULIA DEI ROSSI

Frequenta la scuola Secondaria di Primo grado Carpaccio di Cavallino, classe 1°B







L’EROE CHE CI HA CREDUTO FINO ALLA FINE


C’era una volta, in una terra lontana, un eroe non molto conosciuto.
Si chiamava Gino: aveva gli occhi chiari, i capelli ricci, un’armatura da quattro soldi e un carattere forte, non mollava mai.
A quasi nessuno importava di lui perché non aveva mai compiuto gesta eroiche.
Abitava in una grotta insieme al suo migliore amico, un orco di nome Bambù, alto all’incirca venti centimetri.
Un giorno, Gino venne avvisato di un’emergenza dal suo amico Bambù.
Bambù gli disse: «C’è un’emergenza Gino! Al castello Infuocato stanno andando tutti a fuoco!!!»
Gino non sembrava alquanto stupito e disse «Ancora? Non ce la posso fare! Vabbè, andiamo».
E così Gino e Bambù si misero in viaggio.
Una volta arrivati, Gino, con il suo particolare oggetto magico, risolse il problema.
Il suo fidatissimo oggetto era una penna magica e funzionava in questo modo: bastava prendere un foglio e disegnare la situazione da risolvere.
Una volta inquadrata bene l’immagine, a Gino bastava cancellare tutto il disegno e, in un attimo, il problema scompariva.
Gino esclamò: «Missione compiuta!» e tornarono a casa.
Dopo una bella dormita, Gino sentì una mamma del villaggio urlare: «Aiuto, aiutatemi, il mio bambino è stato rapito!»
Gino senza perdere tempo partì immediatamente assieme a Bambù.
Ad un certo punto, Bambù avvistò un uomo tutto mascherato con un bambino tra le braccia ed urlò «Gino! Ho visto un uomo sospetto!» e Gino esclamò: «Inseguiamolo allora!».
Dopo un po’, l’uomo si fermò e disse: «La smettete di inseguirmi!? Io sono il re di queste terre e posso fare tutto quello che voglio. Però voglio darvi una possibilità. Facciamo un patto: se volete il bambino indietro dovete superare prima due prove. La prima consiste nel raccogliere tutte le mele dai miei meli, saranno all’incirca una trentina di alberi, e la seconda è costruire un castello tutto per me. Se non ce la farete entro domani mattina a fare tutto quello che vi ho chiesto, non tornerete mai più alla vostra dimora, ma se ce la farete io vi consegnerò il bambino».
I due un po’ impauriti dall’idea accettarono.
Lo stesso giorno Gino e Bambù iniziarono a raccogliere le mele.
Gino si accorse che in un giorno non ce la potevano fare, quindi lasciò Bambù a lavorare e lui si  mise a disegnare un melo alla volta. Finito il disegno, lo cancellò.
Così in un attimo tutte le mele erano state raccolte.
Poi si misero a costruire il castello e Gino fra sé e sé pensò: «Nessuno ha detto che il castello deve essere enorme, quindi lo farò piccolissimo».
Detto fatto, in un’oretta era finito.
Quando l’uomo lo vide si stupì.
Era arrabbiato perché il castello era piccolissimo, ma in fin dei conti avevano rispettato il patto.
Il bambino venne riconsegnato alla legittima proprietaria.
Il popolo, stupito del fatto, decise di ringraziarlo con una bellissima casa, un’armatura degna di essere indossata e un sacco di monete e, finalmente, tutti lo riconobbero come l’eroe che era.


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