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Marco Benvenuti Lucchetta
LAGUNANDO 2023 > selezionati 2023 Poesia e narrativa > Isole della laguna - poesia
Sono nato nel 1974 a San Donà di Piave, laureato in ingegneria civile all’Università di Padova e lavoro nella Pubblica Amministrazione.
Sono sposato e papà di una bimba di dieci anni.
Da giovane ho iniziato a scrivere poesie che per la maggior parte sono rimaste chiuse in un cassetto, solo da alcuni anni ho scoperto infatti il mondo dei concorsi letterari, dove ho già ricevuto alcuni riconoscimenti.
Isole della laguna
-poesia-
BARENE  





Com’è precario il giorno,
com’è fuggente l’uomo
in quell’attimo sospeso
tra il respiro dell’acqua,
a bruma che cala,
a terra
che affonda nel sogno.
Celano
e ore di bassa,
tra flebili radici salmastre
le ferite
aguzze degli uccelli,
poi il silenzio
dell’acqua cancella
le pene
amare delle secche.
Così a circolo, ritorna
l’uomo
e i suoi confini,
la notte
a spartire maree,
sospese nel vuoto
dei giorni di nebbia.
Spunta un fiore
tra gli arbusti,
muore il giorno
tra barlumi di vestigia sommerse.

Quante volte
in questi luoghi,
ho visto riflessa la mia anima;
nelle note sommesse di un canto,
pallida
viandante sospesa
tra liquidi scampoli di cielo
e l’aspra
amarezza della terra.
MADONNA DEL MONTE



Sorgi
dalle acque
derelitta Venere,
dalle maree
che ti spezzano radici
e penetrano
il vuoto ventre.
Osservi
e non reagisci
a questo tempo feroce
di uomini
e di onde
che ti passano accanto
come la notte
e il giorno.
Imperterrito e silenzioso,
ascetico scoglio
resisti.
Abbracciato a una ferita
e all’abbandono,
resisti,
perché passa
il vasto mare e i suoi relitti,
come il tempo passa
e così la vita
e i suoi dolori.

SERA VENEZIANA

Un fanale s’accende
nel freddo e scruta
i miei passi,
di uomo tra gli uomini.
Lavoratori dagli occhi smarriti
tra le onde
scure della sera
navigano
verso anonime stelle polari
e turisti
vagabondi nell’insolito mare
si disperdono
come spuma senza meta.
Non ti ho cercato
in questa sera,
ma tu mi attendi
con fascino di pietra,
gettando ponti di meraviglie
sulle nere acque arteriali,
con volti di innamorati
che si sfiorano
nel lento incedere d’una gondola;
con furtivi baci
e mani intrecciate
su rotte lontane,
tra ammalianti violini di zingari
ed immobili maschere
nella soffusa luce bizantina.
Come folata
di vento
sento il peso malinconico dei tuoi secoli,
ma tu ti ergi,
Sposa del mare,
sopra le storie degli uomini
e le albe
e i tramonti,
mentr’io mi dissolvo,
come ombra,
tra le calli.

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