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Mirjana Bernes
LAGUNANDO 2023 > selezionati 2023 Poesia e narrativa > leggere lagune - poesia
Nata a Pola (Croazia), è residente a Jesolo (VE).
Le sue opere sono pubblicate in raccolte di poesia in Croazia.
Già presente edizione:





Leggere Lagune
VORREI DIRE...





C’è una vita che scorre invisibile
Insieme alla nostra vita mortale
Che come i nostri pensieri e sogni invisibili
Cammina con noi nella vita reale.
Certe volte mi chiedo ma perché è invisibile
Tutta quella perfezione, purezza e bellezza?
Non riesco a descriverla nemmeno con le parole…
Tutta quella gioia, splendore e serenità.
Anche se è casa nostra
Che appartiene a tutti
Non riesco a dire la verità.
Vorrei dire a quelli che non vedono un senso nella vita
Che invece ogni cosa ha un senso profondo
Vorrei dire a quelli che soffrono
Soffrite con gioia perché ogni lacrima
Costruisce quel nuovo mondo!
Vorrei dire…
Ma resto muta
Con le parole cancellate dalla mente e i suoni chiusi nella bocca
Forse per proteggerle da questo uomo malato
Che distrugge ogni cosa che tocca…

MOMENTI




Si arriva ad un punto che non si sa più cosa dire
Si arriva ad un punto che non si sa che cosa fare…
Per sopravvivere…
Cerchi di supplicare fino al punto di non saper
più che santo pregare…
accumulare, aggiustare…
accordare, truffare…
correre, riparare,
affrontare e umiliare
scappare per dimenticare…
Per sopravvivere bisogna strafare, fare, fare, fare…
Per vivere…
basta AMARE

PICCOLO GRANDE AMORE


Sono piena di un grande amore
Con il quale avrei forza di abbracciare
E sfamare tutta la Terra…
…e di riempire il mondo con belle parole.
La sua bellezza e grandezza straripano dal mio corpo
E io con gioia lo dono a tutti.
Nelle mani di alcuni diventa piccolo, o rifiutato,
addirittura deriso…
il mondo intorno a me vuole solo favori e soldi.
Devo proteggerlo!
L’unico posto
Dove questo piccolo grande amore
Viene ascoltato
Coccolato e custodito
È… la poesia.

Orti dei Dogi
-Narrativa-
STORIA DEL SILENZIO





Sono grata al Signore di avermi lasciata percorrere in bicicletta quella strada della solitudine del mondo.
Non c’era nessuno…
Soltanto un silenzio cupo.
Silenzio di tomba.
Pensavo…siamo a Jesolo…e dove è finita tutta quella gente?
Ero da sola a pedalare in mezzo alla strada. Non esisteva più destra, sinistra, zona pedonale, strada ciclistica, stop…
Non riuscivo a rispettare le regole del traffico
Perché non c’era nessuno.
Non esisteva più l’orario di punta del traffico, perché i bambini uscivano dalle scuole o finiva l’orario di lavoro, perché era giorno o perché era notte…
Sembrava sempre notte profonda quando dormono tutti…
Non c’era nessuno…
C’era un silenzio che ti faceva sparire quella sana prudenza di non guidare in mezzo alla strada perché in qualsiasi momento poteva arrivare e prenderti sotto una macchina.
Quel profondo silenzio mi faceva vedere e sentire lontano.
Vedevo e sentivo nelle profonde lontananze e nel tempo che doveva ancora avvenire…che non c’era nessuno.
Solo il silenzio che dormiva in un sonno profondo, come se avesse bisogno di dormire finalmente in pace.
Ma dove è finita tutta quella gente…?
Neanche una parola fuggita con il vento da lontano
Il silenzio ha inghiottito le parole ed il vento.
Neanche un suono delle cose che si scontrano
Il tocco di una foglia che cade per terra
Il rumore della rugiada…
Una immensa solitudine tra le cose, un silenzio cupo che ha diviso tutto.
C’era un silenzio profondo che arrivava dalle viscere della terra e non voleva essere disturbato.
Anche il rumore della bicicletta era schiacciato dalle gomme sull’asfalto per farlo tacere.
Un silenzio che pregava rispetto per il suo tempo
Un silenzio prostrato per terra che chiedeva compassione per la sua solitudine.
L’unica cosa che sentivo attaccata a me e che faceva il minimo e timido suono era il mio respiro.
Avevo voglia di salutare qualcuno per strada…
Di condividere con qualcuno questo silenzio…
Di parlare con qualcuno per condividere il pensiero di quanto è importante una parola.

Ma non c’era nessuno…
Sembrava che tutti i tipi di silenzio del mondo si fossero dati appuntamento alla rotonda Picchi
Il silenzio della tregua in guerra, il silenzio del Covid, il silenzio di tomba…
Erano tutti d’accordo che sono stati troppo tempo in silenzio e che non si poteva più andare avanti così.
Tutti i silenzi erano arrabbiati, confusi, e non riuscivano a mettersi d’accordo su quale fosse la strada giusta per uscire dalla solitudine del mondo.
Giravano dentro la rotonda ribaltandosi uno sopra l’altro senza trovare l’uscita.
Io in bicicletta ho preso l’uscita seguendo quel silenzio più piccolo e silenzioso di tutti…il silenzio della grotta di Betlemme.
È dolce e innocente come un bambino
È giusto come sa essere solo la verità
Sento la voglia di proteggerlo, camminare con lui
Crescere con lui…
Amare in lui…
Vedevo dalla mia bicicletta moltiplicarsi i pesci nel silenzio dell’acqua del Sile
Erano così tanti che non si vedeva né il fondo né l’acqua, ma solo pesci
Che impedivano al cielo di specchiarsi.
Ma io vedevo germogliare tutte le piante e i germogli non erano mai stati così forti, robusti, sani e rigogliosi
Perché erano nutriti di questo silenzio.
Avevo i vestiti ed il corpo inzuppati da questo silenzio come dalla pioggia
Sono tornata a casa e l’ho portato alla mia famiglia
Lo portavo ad ogni famiglia nascosta in casa…
Erano stupiti dalla bellezza di questo silenzio che avevo addosso
E io li imploravo di uscire…di non avere paura di saziarsi della sua bellezza, perché appartiene a tutti…
fa parte di noi…
Dicevo loro…
Eravamo io e Dio da soli
A condividere la mia e Sua solitudine
E in quel silenzio Lui mi ha insegnato ad amare ognuno di voi
Ancora oggi e per sempre userò quel silenzio come arma potente, segreta, invisibile
Con la quale proteggere questo amore.



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