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Roberto Velardita
LAGUNANDO 2023 > selezionati 2023 Poesia e narrativa > Isole della laguna - poesia
Primo Classificato
Isole della Laguna - Poesia
Autodidatta, compongo in lingua italiana e dialetto veneziano.
Partecipo da anni a concorsi letterari ottenendo riconoscimenti a livello locale, regionale e, a volte, nazionale.
Già presente edizione:





Isole della laguna
-poesia-
IL CIECO DI VENEZIA





Quando i turisti sanno che sono veneziano
sembrano onorati di stringermi la mano:
“Dev’esser stupendo!”  E’ il primo complimento,
ma io non son sicuro, non son così contento,
perché quello che hai da sempre sotto al naso
a te sembra normale e non ci fai più caso,
ossia ciò che tu vedi dal giorno che sei nato
sembra che sia roba di un povero spiantato,
così anche l’oro smarrisce lo splendore
come il vecchio amore che più non scalda il cuore...
Ci vuole un tramonto, qualcosa di diverso
e allora ricordo, capisco che ho perso
ciò che l’altro vede restandone estasiato
ma che, visto e rivisto io ormai ho dimenticato.
Io ti ringrazio Dio per il dono della vista
però mi sento cieco dell’occhio del turista.

RIO INTERRATO



La gente che passa ha ormai dimenticato
che sotto ai suoi piedi si cela un rio interrato,
se il nonno di mio nonno potesse tornare
non crederebbe mai che qui c’era il suo mare
dove pescava granchi ma anche pesciolini,
dove si tuffava con tanti altri bambini,
dove al tramonto, con un caldo da morire,
stava coi piedi a mollo sognando l’avvenire...
Adesso qui c’è solo un grande lastricato,
non resta nessun segno di tutto quel passato
perché il tempo cala come una pietra nera
che lentamente ricopre tutto ciò che c’era:
Dei giorni di gioia, degli amori ed altri fatti
resta solo il buio e tanti grossi ratti.

SERENATA IN GONDOLA


La serenata viene scorrendo sul canale,
è ancora lontana, si sente poco e male,
pian piano si avvicina, s’arrampica sui muri,
entra dentro la casa strisciando dagli scuri
e come fosse nebbia si spande nella stanza
turbando la mia mente con vortici di danza
e quasi fosse un sogno rivedo quel bel viso,
due occhi come il cielo ed il lampo di un sorriso...
Ma mentre io mi struggo pensando a un vecchio amore
la gondola prosegue e la serenata muore...
Mi resta il gran silenzio a farmi compagnia
e un groppo di rimpianto perché non sei più mia.

VELA A TERZO


Mollata la palina alzo la vecchia randa,
spinta dal primo vento la topa va di banda,
la tinta della notte tinge anche la vela
finché nasce una luce che sembra di candela
quando l’alba partorisce un altro giorno nuovo
covato da millenni come se fosse un uovo...
Poi arriva un gabbiano che cerca compagnia,
ma subito si annoia e quando vola via,
non resta nessuno in quest’attimo d’ immenso:
Io che da solo stringo il timone e penso
ascoltando il sussurro dell’acqua contro i bordi
che sembra il mormorio prodotto dai ricordi,
quando prima arrivano ma poi, come una scia,
sfumano in lontananze di mera nostalgia...
Ormai il sole mi fissa con il suo occhio rosso,
ma io non calerò i miei, almeno finché posso...


IL CANTO DELLE SIRENE



Tirando su la rete faceva gran fatica,
ma poi a quel che vede lui non ci crede mica:
Assieme alle sardine ed a granchi di barena
la parte più pesante era proprio una sirena!
La coda era da pesce, ma il resto era bellezza
e lui un po’ tremante gli azzarda una carezza...
Cosi nasce la storia di questo strano amore:
Lei aspettava al largo, lui ci lasciava il cuore...
Ma il Vento di Scirocco geloso degli amanti
scatena una tempesta da spaventare i Santi,
soffiando spinge avanti dell’ acqua così alta
che per quell’onda immensa la barca si ribalta...
Però all’incontro il pescatore è andato
su un filo di corrente perché era annegato...
Un grido di sirena che geme e si dispera
è andato avanti ore finché ha fatto sera
e anche ai giorni nostri, quando soffia forte il vento,
si sente un ululato, una specie di lamento,
che s’alza quando il mare cresce a dismisura
e che ti mette addosso anche un poco di paura,
un urlo disperato che ti fa quasi pena...
Poi l’acqua alta arriva con un canto di sirena

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