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Serenella Galdiolo
LAGUNANDO 2023 > selezionati 2023 Poesia e narrativa > leggere lagune - poesia
Scrivo da anni per passione, filastrocche, piccoli racconti, fiabe e libri sul rapporto di coppia, spesso in forma ironica.
Quando posso, collaboro con enti benefici che si occupano di oncologia.
Già presente edizione:



Leggere Lagune
Trema la terra





Il silenzio della notte avvolgeva le mura…
Giacigli od alcove…
Ovunque il sonno portasse
i pensieri di un giorno qualunque…
lasciando pace e tepore all’animo stanco
in un meritato riposo.
Poi… un boato.
Un attimo senza respiro
…atroce supplizio
…atroce vendetta
l’inferno è caduto impetuoso
tra le viscere di questa terra ferita.
Di giustizia è assetata questa grande madre
s’acclama con epocale vendetta…
Con accanimento e ferocia
s’apre fino agli abissi profondi
squarciando il domani
di un’esistenza già appesa ad un filo.
Eccoci a te terra devastata…
Tra l’angoscioso pensiero di morte
e di abbandono
nulla possiamo noi poveri miseri umani
se non piangere
…e correre
…ed urlare
raccogliendo ciò che rimane del nulla
con mani insanguinate.
Oscuro presagio d’un perpetuo egoismo
si è compiuto inarrestabile
…fino all’ultimo oscillare.
Rimane così… basita…
tra il dondolio ed un silenzio quasi assordante
l’umanità e il suo destino…
Piegata dalla catastrofe non si spezza…
sbriciolata nelle fondamenta la città
dovrà rinascere…
perché il domani è ancora negli occhi
di quel bambino che è sopravvissuto
e a bocca spalancata guarda ancora il cielo
come il bocciolo di rosa tra i detriti grigiastri.

Io ti salverò




Mamma ci ha viste scappare insieme
tra le urla ed il frastuono di questa terra
che ci voleva inghiottire…
belva dalle fauci spalancate
pronta a riprendersi ciò che le appartiene.
Ho tenuto la tua mano stretta alla mia
trascinandoti senza una meta.
Quasi non ti sentivo… così minuta e gracile
tu, leggera come una farfalla.
Sento freddo…
Le nostre camiciole bianche per la notte
sono fradice e sporche di fango.
Immobile… quasi non respiro…
Il dolore è forte…
io lo sono più di lui.
Le pietre mi rinchiudono… non mi muovo
eppure da qui vedo il cielo.
Ti salverò piccolo uccellino ferito…
ho promesso di aver cura di te.
Piangi… sei viva… ti sento vicina.
Canto con quanto fiato ho in gola.
Sento la polvere fin dentro ai polmoni
Eppure… le note escono accorate
solo per te, sorella mia.
Uscirai da questa prigione di cemento…
Dio dev’essere misericordioso con gli angeli!
Ho sete… i brividi non mi danno pace.
Fuori sta arrivando la notte… non ci sono stelle.
Non dormire sorellina… parla con me!
Il tempo ha solo attimi infiniti…
Il terrore mi divora…
rimango immobile ad aspettare.
Sento le voci… urlo per farmi sentire
e tu con me… altri bambini...
un coro melodioso che profuma di salvezza.
Ed ecco la mano di un uomo vestito di rosso.
Svengo tra le sue braccia forti pronunciando il tuo nome.
Poi… apro gli occhi tra candide lenzuola
e ti vedo mentre mi sorridi, con le tue solite treccine.
Ora posso riposare… mamma sarà fiera di me
…ovunque sia ora.

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