Anita Menegozzo
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(date e nomi sono irrilevanti)
La vita della poeta, dimostra nei fatti, che non basta saper usare le parole e avere una spiccata sensibilità per fare buona poesia .
Verseggiare bene non è difficile, ma non compie il superamento delle barriere logico emotive, riesce solo a mimare bene l’inconosciuto, con espressioni suggestive e strappare una lacrima
TERZO CLASSIFICATO
"Isole della laguna" - Poesia
“Isole della laguna”
Poesia
RIEMERSO
(Scritta a Sant’Erasmo)
Che cosa mai sarà del mare immenso
dopo che avrà sommerso l’universo?
Sarà a perdita d’occhio un solo buio
ed inequivocabile silenzio
o resterà feroce il calco di ogni mano
nel gesto di imprecar salvezza invano?
Che ne sarà mi chiedo?
E quanto a quelle mille e più Venezie
in bilico da tempo sull’orlo dell’abisso?
Non resterà ricordo né pensiero
né fabbrica né schizzo né disegno?
Che ne sarà del mare in quel frangente?
Sarà color di fango piatto e spento
o troverà il coraggio di essere celeste
per una volta ancora e poi in eterno?
Dentro il suo grembo immoto
(solo apparentemente)
pulluleranno chimiche novelle
fra guizzi di sirene
e amori tra torpedini e balene
Benevole creature finalmente
figlie di un dio migliore
in grado con un gesto
di riscattare tutta la mia gente
e farne chissà un popolo diverso
quando sarà riemerso l’universo
PARTENZA
(Scritta a Pellestrina)
L’idea sarebbe questa
anche se forse un po’ approssimativa
Racimolarmi intorno ciò che resta
di queste mie quattro ossa
e delle loro ipotesi di gemma
e andarmene così alla chetichella
come per una gita fuori porta
con l’essenziale appeso a una tracolla
e sete tanta quanta una borraccia
Accennerò l’arietta di partenza
di una locomotiva quando fischia
Sì ad essere sincera
l’idea sarebbe questa
Staccarmi dalla terra inavvertita
non più che qualche cellula per volta
come un anfibio,un sogno, una radice, un’ ombra
Quando sarà il mio turno sulla coffa
ritroverò la voce quanto basta
per questo mondo in mano alla bonaccia
e griderò entusiasta
“ soffia a babordo”
oppure
“terra a dritta!”
NEL BLU
(Scritta a San Michele)
E giunti che saremo al grande abisso
il primo dei colori a scomparire sarà il rosso
passione, prepotenza, ardore, desiderio
Si staccherà da noi
ciò che non conta
come una scorza vuota
come una veste smessa
Incontro al blu
quell’oltre non è altro
che un ulteriore altrove solo andata
al nostro più riuscito salto in alto
In fondo noi non siamo che scialuppe
calate da uno stesso bastimento
pronte a spiccare il volo
fra le lagune come in mare aperto
BREZZA
(Scritta al Lido di Venezia)
La brezza che avvolge la vecchia terrazza
solleva e rigonfia la stoffa a una tenda
C’è un’ aria diffusa
di incanto di cose di casa
di magica attesa
di vita sospesa
finché non si affaccia alla soglia una donna
entrambe la mani alla schiena
Da lupa sorride al suo chiaro di luna
sorride e non teme di nulla
perché non c’è femmina gravida in terra
che fin da che il sole tramonta
non abbia perfetta certezza dell’alba.
PERFETTA
(Scritta aVenezia)
Non già perché Venezia sia perfetta
sarebbe ancora troppa poca cosa
L’amiamo all’alba come nella sera
per quanto intensamente è così rosa.
Per quella grazia intima e straniera
con cui sa drappeggiarsi intorno l’acqua
quasi fossero lembi di vestaglia
Per quel suo eterno bacio sulla soglia
che se tocchi la porta è ancora calda
Lei ti accompagna perché tu ti perda
poi ti sbadiglia in viso la sua piazza