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Gino Zago
Lagunando 2024 > AUTORI 2024
Gino Zago
(detto Giannino) nasce a Casale sul Sile nel 1933 in una famiglia contadina.
All’inizio degli anni ‘60 si sposta con la moglie nel centro del Paese per lavorare nel mobilificio locale e costruire la sua famiglia.
Negli anni ‘80 ha la possibilità di girare il mondo allestendo negozi.
Dopo la pensione, si dedica alla cura del suo orto e alla passione per la scrittura.
Da sempre attivo nella comunità parrocchiale, ha preso parte al coro della chiesa per 70 anni.
“Leggere lagune”
Poesia
Dall’alba al tramonto





Quando nell’aurora al levar del Sole,
I suoi raggi la rugiada fa brillar,
Quel silenzioso sonno della prole
Con sguardo dolce la mamma sa baciar.
Al tuo destar nell’aprir la finestra,
Nell’aria fresca che respiri del mattino,
Sorridi alla luce che illumina la ginestra:
È la forza che avvia l’odierno cammino.
Il placido mare dal manto splendente,
La bianca cima che brilla più in là,
Le verdi piante del prato dormiente,
Tutti sorridono alla vita dell’umanità.
Già all’opera il contadino in campagna,
In partenza chi lavora in cantiere,
Il disoccupato che s’alza e si lagna,
Che per campare vorrebbe un mestiere.
Un negoziante che apre le porte,
All’ufficio arrivan gli impiegati,
Nelle scuole gli alunni a frotte,
Le bancarelle già pronte su piazze e mercati.
Il Sole si alza e scalda l’oriente,
Tutti all’opera col solito impegno.
Con la mente e la penna, o col dolce far niente,
O chi lavora di forza: chi di ferro, chi di legno.
Passa il giorno ed è quasi sera,
Nella stanchezza qualcosa ti piglia,
Domani è un altro dì, così si spera,
Ma ora si ritorna a incontrar la famiglia.
Là, sull’uscio, qualcuno ti aspetta,
Col sorriso che accoglie il ritorno.
Di quei figli con in mano la violetta,
Per ripagarti la fatica del giorno.
Gira un’aria che profuma di cena,
Un invito e la fame ti coglie,
Lei sorride e prepara serena:
È la mamma dei figli, l’amata tua moglie.
Per loro sei disponibile, sempre pronto.
Di notte, così come dall’alba al tramonto.
Il fiume Sile





Ti passo a fianco, e seguo il tuo lento andare,
Di un’acqua sorgiva che scende verso il mare.
Porti ricordi che mi sfiorano la mente,
Il tuo utile servizio, ma a volte impertinente.
Nei tempi di vita moltissimo hai dato,
Sponde che hai collegato e bocche che hai sfamato.
Quel pesce fresco che si pescava,
Cotto alla brace, un invitante profumo emanava.
Quanti barconi carichi d’ogni cosa,
Per far sorgere sulla Laguna la Venezia meravigliosa.
Un’acqua chiara, fresca e pura,
Che dissetava sempre dalla grande arsura.
La tanta gente e la stessa Terra,
Risvegliavi con le memorie di ogni triste guerra.
In giorni di amarezza, e non per cose vane,
Hai messo fine a certe vite umane.
Certo, son ricordi di tempi lontani,
E, come le altre, è una vera storia per il domani:
Di cose vissute, di gioia e di pianto,
Di tutti i Paesi che stanno al tuo fianco.
Oltre a questo, come se non bastasse,
hai lavato un’infinità di “strasse”.
Del Paese eri la comoda lavanderia,
Occasione per le donne di trovarsi in compagnia:
Con la scusa del dover lavare,
Diventavi scambio di suggerimenti col chiacchierare.
Quel tuo placido andare continua la sua via,
E chi scorre sull’acqua tua si carica di energia.
Vedi, non sei mai rimasto inerte e solo,
Pur se certe cose han cambiato il volo.
Sei forte: il tuo motto è andare avanti,
Mancano i barconi, ma ti solcano i moderni natanti.
La gente ti ammira con rispetto,
Ormeggia sulla riva, si gode il dondolio nel letto.
A volte imprevedibile, ma per natura generoso e gentile,
Tutto questo è il nostro fiume Sile.
Il campanile





Accanto alle amate sponde del fiume Sile,
S’innalza il nostro maestoso campanile.
I rintocchi delle campane, frequenti o rari,
Annunciano la fine di parenti e amici cari.
Dal mattino, di giorno e verso sera,
Ti invitano ad esprimere una personale preghiera.
A volte quel suono porta il ricordo del passato,
Perché fa parte della storia e non va dimenticato.
Ma quando è come una musica a festa,
Ecco che ogni cuore e mente si ridesta.
Pensando a quale può essere la novità,
Perché è un concerto che ti dona serenità.
Accompagnano tutte le funzioni religiose,
E tutti quei Sì degli sposi e delle spose.
Il popolo che le ascolta, quando il Paese tace,
Si raccoglie, mettendo lo spirito in pace.
La piccola campana avvisa noi fedeli di entrare,
Per la messa a cui vogliamo partecipare.
Pure l’orologio lassù ha la sua funzione:
Ti porta a memoria tutte le ore.
Campane suonate all’unisono, in piena armonia,
Dando vita a tutti i Popoli;
E così sia.
Il monumento





Quel monumento che conserva la storia,
Di tutti i caduti innalzati alla Gloria.
Posto nell’angolo del crocevia,
Con incisi nomi d’eroi della Patria mia.
Partirono lasciando casa, famiglia e l’amata Terra,
Per difenderle dalla dolorosa guerra.
Non scordiamole, quando ci si passa accanto,
Le molte lacrime versate ad ogni triste pianto.
Di color che amavan con tanta vita,
Non superando il dolore, seppur con forza ardita.
Erano giovani valorosi, con speranza forte,
E, nel fatal destino, furono portati alla morte.
Quante memorie di quel tempo passato:
L’eroismo di ognun va venerato.
Là, dal mare, al Piave sino ai monti,
Un Sì al dover, erano sempre pronti.
Per l’Italia e al suo dover servire
Una pace odierna e per l’avvenire.
Ricordando il sacrificio con sommo Onore,
Col pensier donar una preghiera, un piccolo fiore.
Persona sola





Tacita, cupa e sola tra la gente,
Come se intorno a lei non esistesse niente.
Una persona a dir poco privata,
Assente nel vivere la sua giornata.
Girovagar è sua maniera consueta,
Senza principio e senza meta.
Che pensieri porta dentro al seno,
Se nel suo viso non scorgi il sereno.
La vedi, la guardi e la lasci andare,
Ma poi ci ripensi e la vorresti destare.
Chissà: aspetta caramente la volta buona,
Un lieve sorriso da qualche persona.
Costa veramente poco, o forse niente,
Poter correggere la tormentata mente.
Ma ti sorge: come posso fare,
Per avvicinarmi e dialogare?
Se ti accosti e la guardi in viso,
Le puoi offrire quel po’ di sorriso.
Forse è quello che sempre manca,
Ad una persona triste e stanca.
Il suo silenzio non ha un nome,
Nemmeno lei saprà dir perché e come.
Dice un proverbio vecchio, antico,
Che tesoro trovare un vero amico.
Per poco, o per tutto il nostro tempo,
Basta pure la serenità dell’attual momento.
Ogni giorno se ne incontrano per la via:
È la realtà, non pura fantasia.
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