Lucia Ferro
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Lucia Ferro
Nata a Murano (Venezia), nel 1955.
Ha sempre abitato nella zona lagunare, ora è da 38 anni a Cavallino-Treporti, che ama di tutto cuore.
Sposata, ha due figli.
Nel 2011 ha dato alle stampe insieme al pittore Luigi Piva “Il Gelso di Ninn”, racconto poetico ispirato da un albero particolare, un Gelso bianco che vive davanti al Forte Vecchio.
Nella vita e nella poesia, ama confidare nell’ispirazione, da attendere con pazienza.
Scrive da sempre e le è capitato di ottenere riconoscimenti e premi di vario ordine in concorsi nazionali svolti in Italia.
“Leggere lagune”
Poesia
Bianco
Vicino a te, tepore di farfalle,
un mormorio di fuoco
che non sapeva
far male.
…
Mi abbracciavi? …accarezzavi? Non ricordo…
chiara sì ricordo
una dolcezza d’aria che nel circondarti
fino a me arrivava, avvolgendomi insieme.
Seguivo
il morbido bello delle tue mani,
coglievi cose, che in carta velina
avvolgevi,
bianca la carta, bianche le mani.
Cantilena la voce: era ferma, era mossa, chiara.
… Fingevi, dicevi
che il ventaglietto di cartone che andavi tingendo era
per “una bambina” - una qualsiasi –
… e poi era per me,
per il tuffo nel mio cuore.
Fiore eri, o chissà, solo
profumo di fiore era la Donna che tu
eri,
non so dirlo, forse solo dolcezza d’aria,
Pace eri,
regalo,
pieno, miracoloso,
e mentre anche da lontano ora imparo
ad amare,
vividamente ritrovo
te
la tua dolcezza bianca
che
mi
toccava senza mani.
Si sazia d’amore
tutta l’aria che percorre il mio pensiero
per arrivare a un “noi”:
nel verde fresco corre,
come di prato.
Bussi
Bussi alla mia porta
assetato
per trovare il mio silenzio
Non so arrivare alla porta e piango
- ostruito lo spazio, da parole –
e io ti sento fuori
e piango
De- Siderio
De- Siderio,
lasciare indietro le stelle
a cantare il destino su immobili cetre,
E De-cantare la rabbia, Estrarne
la Forza,
setacciare polvere d’Oro.
Con movimenti di seta danzante lasciare cadere
ciò che deve cadere.
Più vicino
Fotogrammi
balbettano una storia.
Mi manca un fiume,
uno scorrere,
un vento.
Quando si spezza un’ala
resta
un fermo-immagine.
Galleggio
sulla terra,
lei senza durezza mi sostiene,
ascolto,
arriva il vento:
percorre le piume
della mia gola.
Ora sono più vicino.
Vedo: è un’altra
guarigione.
PRIMA, È UNO
PRIMA, È
UNO:
UN SEME.
DAL SEME, ECCO SOTTILI,
TANTE RADICI.
UN TRONCO
CHE SALE E SALE. SALE OLTRE UN CUORE:
E SONO DUE, RAMI.
E SONO PIÙ RAMI,
UNA CHIOMA.
RAMI DENTRO A UN GIOCO.
TANTE FOGLIE SE È STAGIONE.
UN ALBERO INTERO.
UN ALBERO E UN CIELO.
IL CIELO DI UN BOSCO, DI GIORNO E DI SERA.
UNO.
UNA UNITÀ. INTERA.